Politica della vergogna è uno di quei libri duri e crudi, che pungolano esattamente dove sanno di poter provocare una reazione; d’altronde Slavoj Žižek è così. La vergogna per l’oscenità di alcuni atteggiamenti di un’Europa che si fa portavoce di democrazia e liberismo costituiscono il principale j’accuse del filosofo sloveno.
Sei brevi capitoli ci portano nel cuore della questione.
Anzitutto: esiste ancora la guerra, nel senso proprio del termine?
No. Secondo il filosofo non si può più parlare di vere e proprie guerre, poiché quelle che esistono oggi sono «“conflitti etnico-religiosi” che violano le regole dei diritti umani universali» [1] e non riguardano scontri tra Stati rivali.
La più grande paura dell’Europa in realtà non è quella di potenziali scontri con altre realtà governative, bensì di essere invasa da affamati.
Žižek mette dunque in dubbio l’Europa nelle sue sfaccettature liberali e politically correct: sarebbe in realtà nell’ombra dei mass media che essa svelerebbe il suo lato peggiore.
Tramite la definizione di homo sacer, creata da Giorgio Agamben, si dipinge la figura di colui che resta al di fuori dell’ordine civile e può essere ucciso con l’arma dei diritti umani. I diritti umani così intesi (sulle orme di Hannah Arendt) sono estremamente e paradossalmente esclusivi: se si presuppone che la condizione necessaria per essere portatori di diritti umani è insita nell’esistenza di un essere umano (quindi con determinate caratteristiche), allora «è proprio quando un essere umano viene privato della sua particolare identità socio-politica, la quale giustifica la sua specifica cittadinanza, che egli […] non viene più riconosciuto e/o considerato come umano» [2]. Perciò paradossalmente chi resta escluso è proprio chi in quel momento si trova nella condizione di essere l’ideale portatore di diritti – dove il politico e l’umano si intrecciano profondamente.
Insomma, al termine della lettura ognuno tirerà le proprie fila della morale personale e globale ma, in ultima analisi, secondo Žižek anche l’Europa deve trovare la sua identità, decidendo quale lato di se stessa scegliere e, perché no, provando un po’ di umana vergogna.
NOTE
[1] Žižek Slavoj, Politica della vergogna, Nottetempo, Roma 2009, p. 18.
[2] Ibidem, p. 93.
Grazie a Edizioni Nottetempo!
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