Se puoi sognarlo, oggi puoi farlo

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Verso la fine di settembre, lasciate ormai alle spalle le spensierate giornate estive, c’è ancora un buon motivo per “sognare ad occhi aperti”, letteralmente parlando: si tratta della Giornata Mondiale dei Sogni, celebrata il 25 settembre di ogni anno.

Essa nasce dall’idea dell’educatrice e life coach, riconosciuta a livello internazionale, Ozioma Egwuonwu. La donna ha proposto di fondare questa giornata per rinforzare, ispirare, “guarire” l’umanità, per fare in modo che essa veda i propri sogni come qualcosa di realmente rilevante, tanto da dedicarvi una giornata mondiale. La Giornata Mondiale dei Sogni viene ufficialmente istituita nel 2012 per dare una spinta all’espressione e all’attivazione di propositi, obiettivi, idee, invitando tutti a «comunicare, co-creare, celebrare e contribuire» – come si legge sul sito ufficiale del World Dream Day 2018. Il tema dell’anno, Dream It Forward (Sogna(lo) “in avanti”, verso il futuro), vuole evidenziare come qualcosa di apparentemente effimero, come il sogno, sia in realtà degno di concretezza e considerazione.

A lungo la storia del pensiero si è dedicata a questa tematica: per molti studiosi, il sogno è governato da una coscienza, chiamata per l’appunto onirica, totalmente svincolata dalla necessità di adattamento all’ambiente esterno reale, guidata dalle leggi dell’affettività e caratterizzata da uno spazio e da un tempo fittizi. Non per niente Platone ha definito il sogno, nel Timeo, «l’azione dell’immaginazione nel sonno».

Tanti filosofi sono arrivati anche a constatare che forse la stessa esistenza umana possa essere un sogno di per sé, considerando la distinzione tra quest’ultimo e la veglia un consistente problema teoretico.

Vediamo qualche esempio.

Cartesio afferma, nelle Meditazioni metafisiche, di «vedere chiaramente che non ci siano contrassegni abbastanza certi per poter distinguere nettamente la veglia dal sogno, al punto che ne sono stupito e il mio stupore è tale che è quasi capace di persuadermi che stia dormendo». Nei Nuovi saggi sull’intelletto umano Leibniz sostiene che sia possibile l’esistenza di un sogno continuo e duraturo come la vita di un uomo. Sarà, infine, Schopenhauer a proporre per ultimo la forma classica di questo tema ne Il mondo come volontà e rappresentazione: «La vita e i sogni sono pagine di uno stesso libro. La lettura continua si chiama vita reale. Ma quanto l’ora abituale della lettura (il giorno) viene a finire e giunge il tempo del riposo, allora seguitiamo ancora, senza ordine e connessione, a sfogliare qua e là qualche pagina: spesso è una pagina già letta, spesso un’altra ancora sconosciuta, ma sempre dello stesso libro».

Nel Novecento Sigmund Freud analizza a lungo il fenomeno onirico, dedicandovi buona parte del suo lavoro psicoanalitico: per lui è appagamento del desiderio, in particolar modo sessuale e per via allucinatoria, ossia tramite una sorta di travestimento simbolico che la pulsione utilizza per manifestarsi e darsi soddisfazione. Tutto il processo viene poi rivisto e studiato dalla psicoanalisi: il contenuto manifesto del sogno, ovvero il suo materiale ricordato e riferito dal soggetto, arriva a cedere il posto al contenuto latente in esso celato, così ora interpretato. L’indagine neurofisiologica attuale, aggiuntasi di recente agli studi psicoanalitici, sembra confermare il fatto che, essendo il sogno più “libero” dal controllo del sistema nervoso, sia in grado di apportare soddisfazione a bisogni biologici del soggetto.

Al di là di tutti gli studi, i testi ed i pensieri dedicati al fenomeno onirico e, per alcuni aspetti, anche alla luce di essi, il messaggio che il 25 settembre vuole portare è uno solo, per dirlo con le parole dello scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry: «Fai della tua vita un sogno, e di un sogno una realtà».

Quindi AVANTI TUTTA SOGNATORI, oggi è il giorno giusto per muoversi!

FONTI

Abbagnano N., Dizionario di filosofia, Utet, Torino 2001.

Boni L. (a cura di), Enciclopedia Garzanti di filosofia, Milano 1985.

http://www.dayfordreamers.com/