10 STEREOTIPI SULLA FILOSOFIA

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Gli stereotipi, si sa, fanno parte della natura umana. Per festeggiare la nostra prima Giornata Mondiale della Filosofia, abbiamo deciso di rendervi partecipi di quelli che sono i principali sulla filosofia o su chi studia filosofia.
Pronte/i?

1. Dopo la laurea in filosofia puoi solo insegnare

Senza soffermarci sul fatto che in Italia trovare lavoro è ostico per tutti a prescindere dal tipo o dal possesso di un titolo di studi, laurearsi in filosofia non preclude affatto altre strade che non siano l’insegnamento. La forma mentis che si ha al termine di un corso di studi filosofici è quella che permette a chi intraprende questa strada di diventare una figura adattabile in moltissimi campi. Un esempio? Nell’ambito delle risorse umane i laureati in filosofia sono tra i più richiesti. Certamente la filosofia in sé non basta, bisogna avere anche qualche carta in più come un master o un corso, ma sono rari i lavori che oggi non richiedano un curriculum vitae che abbia un seguito dopo la laurea.

Monica Cattabriga

2. La filosofia è una cosa da uomini

Indubbiamente la storia della filosofia ha visto prevalere personalità maschili, vuoi per ragioni storiche vuoi per ragioni sociali o di discriminazione. Eppure, in questa folla di testosterone, la figura femminile della filosofa è riuscita ad emergere, in particolare ai nostri giorni. Nomi come: Ipazia, Aspasia di Mileto, Ildegarda di Bingen, Mary Wollstonecraft, Simone Weil, Simone de Beauvoir, Hannah Arendt, ma anche le nostrane Nicla Vassallo, Eva Picardi, Luisa Muraro, Adriana Cavarero, Mariafranca Spallanzani, Simona Forti, Michela Marzano, Marina Lalatta Costerbosa. Per quel che concerne la facoltà di Filosofia del polo bolognese, ad esempio, numerose sono le professoresse che insegnano questa disciplina, così come altrettanto numerose sono le studentesse e le laureate. Giorno dopo giorno, e qui il movimento femminista ha indubbiamente scatenato la scintilla, le ragazze hanno il coraggio di scansare questo stereotipo e di approcciarsi alla filosofia, interrogandosi principalmente sul loro ruolo e su ciò che possono aggiungere rispetto al passato, stavolta senza discriminazione.

Ilaria Luciano

3. La filosofia è solo metafisica

Nonostante lo stereotipo diffuso secondo cui la filosofia sarebbe solo astrazione e metafisica, occorre precisare quanto sia importante per questa disciplina lo studio della realtà naturale, facendo riferimento all’esperienza . Anche i primi filosofi erano dei naturalisti che affiancavano alla contemplazione intellegibile un’osservazione attenta della realtà. La filosofia infatti non si esaurisce nella metafisica ovvero nello studio di ciò che va oltre l’esperienza sensibile (come può essere l’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima e l’origine del cosmo). I filosofi sono consapevoli che la conoscenza non si ottiene solo dal puro pensiero. Queste due prospettive però non sono inconciliabili, perché la filosofia in realtà necessità di entrambi i punti di vista ovvero sia di quello idealista e metafisico che di quello naturalista e scientifico.

Elena Magalotti

4. La facoltà di filosofia è difficile

Innanzitutto è importante chiarire una cosa: che qualcosa sia facile o difficile è un’opinione, non un fatto. Per questa ragione, non si può dire se sia vero o falso che filosofia è una facoltà difficile, ma non ha particolarmente senso porsi questa domanda. Qualsiasi cosa può essere difficile per chi non è particolarmente portato, motivato o interessato a farla. La facoltà di filosofia, come ogni altra, può essere tanto facile quanto difficile. Si tratta di un giudizio soggettivo, che in quanto tale dipende maggiormente dal soggetto che dall’oggetto.

Cecilia Bucci

5. La filosofia è aria fritta e studi solo il pensiero altrui

Anzitutto state bene attenti a pronunciare l’espressione “aria fritta” di fronte a uno studente di filosofia: di chiacchiere da bar è pieno il mondo e quelle su cui si accanisce lui hanno tendenzialmente uno spessore diverso. Ma non perché vogliamo costituire un’élite: perché sì, studiamo il pensiero di altri, ma altri che più o meno inconsapevolmente si sono posti interrogativi che hanno messo in crisi intere coscienze collettive. Qual è il succo? Non è immagazzinare le parole altrui; non siamo uno scaffale da riempire. Siamo tanti scaffali: su quello di partenza stanno i loro pensieri, su tutti gli altri staranno i nostri! Quella che è degradata come “aria fritta” letteralmente storpia la nostra forma mentis, la mette in crisi e la priva di quella impostazione originaria che tende ad assorbire passivamente e la porta a costruirsi, più per crepe che per pezzi di puzzle, un pensiero proprio, autocosciente, critico; non solo un “cosa” ma soprattutto un “come” con cui approcciarci alla realtà.

Martina Sargenti

6. Filosofia sono cinque anni spesi su Socrate, Platone, Aristotele, forse Nietzsche e Marx

Le cose non stanno esattamente così. Infinite sono state le volte in cui il mio corso di studi è stato riconosciuto e catalogato attraverso i soliti “grandi” nomi, quelli più conosciuti (per non dire usurati) del pensiero filosofico. In cinque anni di filosofia, in realtà, ho avuto occasione di conoscere tante figure e correnti di pensiero mai sentite prima, oltre ad aver incontrato anche discipline che mai avrei pensato anche lontanamente affini al pensiero filosofico. Il primo anno ho dovuto affrontare il calcolo della probabilità, quasi fossi stata una studentessa di statistica. Al secondo anno sono arrivata a parlare di sadomasochismo, mentre al terzo mi sono trovata a Parma e poi a Faenza intenta ad analizzare gli affreschi di palazzi e chiese sei-settecenteschi. E se volete saperlo, Socrate e Marx li ho incontrati mooolto raramente!

Valentina Negrelli

7. Chi sceglie filosofia la sceglie per non fare nulla, si sa che gli esami si preparano leggendo libri e non studiando

Per quanto siano anche presenti persone che prendono la filosofia “sotto gamba”, non basta leggere. Lo studio meccanico è fondamentale per imparare date, soprattutto per i vari esami di storia del curriculum, ma anche nomi, termini e altre nozioni. Insomma, chi dice che è sufficiente una spassionata lettura, o non fa filosofia, o, se la fa, mente per farsi passare per genio (alimentando un ulteriore stereotipo) e sarà destinato a naufragare negli esami più mnemonici. Anche perché la filosofia non è solo materia per freak a cui piace divagare, ma richiede rigore e diligenza. Ha delle proprie regole, per cui deve essere logica e razionale.

Gloria Albonetti

8.I filosofi/ le filosofe sono tutti/e brutti/e e noiosi/e

Risvoltini, maglioni impolverati, pantaloni marroni, barba incolta e che si dilettano soltanto in biblioteca… quanti di noi si immaginano i filosofi/le filosofe così? Eppure è proprio Nietzsche che propugna l’amore per il dionisiaco, ossia l’ebbrezza creativa, la sensualità volitiva, l’entusiasmante follia indispensabile alla vita. Inoltre lo studio del bello, della bellezza, è antico tanto quanto i nostri antenati greci. Dunque non stupitevi se troverete una persona folle, divertente, attenta al lato estetico e in grado di disquisire dei più alti temi filosofici: l’avere cervello e l’amore per il bello sono due facce della stessa (filosofica) medaglia.

Sofia Righetti

9. La filosofia è solamente interpretazione

Studiandola all’Università, molto più che seguendo il percorso cronologico con cui normalmente si affronta al liceo, ci si rende conto che la Filosofia non è solo il succedersi di opinioni diverse e contrastanti sulla realtà – del tipo ah bravo Platone, ma Aristotele è meglio. È invece una grande impresa, distribuita nel tempo e nello spazio, che in ultima analisi ha un grande e ambizioso obiettivo unitario: la Verità. È chiaro che i percorsi per arrivare alla Verità siano tanti e talvolta tra loro inconciliabili (un po’ come decidere di prendere l’autostrada o di raggiungere una meta x percorrendo le strade secondarie), tuttavia la Filosofia dispone di strumenti molto potenti che possono darci una mano a stabilire se una cosiddetta interpretazione stia in piedi oppure no, se sia giustificata oppure no, se ce ne siano altre di preferibili oppure no. In questo modo possiamo tentare di trovare ciò che c’è di buono in ogni posizione filosofica e aggiungere un nuovo mattone all’ancora incompleto edificio della nostra conoscenza.

Martina Peruzza

10. I filosofi sono tutti pazzi!

Può essere…o forse è la curiosità che ci mantiene vive/i! D’altronde, cos’è la filosofia se non amore puro e vero per la conoscenza? E come si può giungere alla conoscenza senza la scintilla primaria della curiosità verso ciò che può apparire lontanissimo e insolvibile? È la cura (derivante dalla curiosità come sosteneva Michel Foucault) verso le questioni nuove e/o storiche della nostra esistenza a porci come outsider in un mondo che ha sempre più la tendenza alla rapidità e alla bellezza effimera delle cose. Dunque, in una società che corre sulla superficie, abbi il coraggio di essere una persona curiosa – ti chiameranno folle!

Lisa Pareschi