Progetto “Verso un’Infanzia Felice”, contro la pedagogia nera

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ANTONELLA QUESTA Infanzia Felice - foto di Antonio Ficai

Verso un’Infanzia Felice è un progetto di Antonella Questa, autrice, regista e attrice di lunga esperienza che vive e lavora in Italia e in Francia.

Antonella fonda nel 2005 la compagnia teatrale LaQ-Prod, con la quale ha prodotto e interpretato spettacoli di grande successo tra cui: Stasera ovulo, con il quale vince i Premi Calandra 2009 per Migliore Spettacolo e Migliore Interprete; Vecchia sarai tu! ottenendo il Premio Cervi 2012 Teatro della Memoria e i Premi Calandra 2012 per le categorie Migliore Spettacolo, Migliore Interprete e Migliore Regia; Svergognata, Wonder woman, Un sacchetto d’amore.

Il suo attuale progetto Verso un’Infanzia Felice (1), composto da tre format fondamentali quali lo spettacolo teatrale, due incontri pubblici e un laboratorio per adulti, ha l’obiettivo di far riflettere su un tabù tuttora presente nella nostra società: quello della pedagogia nera.

La pedagogia nera è un metodo correttivo, mascherato da educazione severa e rigorosa, che viene spesso praticato inconsapevolmente all’interno delle mure domestiche e nel contesto scolastico di generazione in generazione. L’obiettivo principale di questo metodo di condizionamento precoce è reprimere la parte più vitale, creativa e attiva del bambino per renderlo dipendente e sottomesso alla volontà adulta.

Spettacolo teatrale Infanzia Felice

Infanzia Felice, una fiaba per adulti è una rappresentazione teatrale che ha come tema portante una riflessione su come possano manifestarsi, nella società contemporanea, la violenza e i maltrattamenti sui bambini. La pedagogia nera è infatti un male che è mutevole nel tempo ed è difficile da individuare e prevenire.

Oggi gli abusi sui bambini vengono espressamente condannati sia nell’ambiente didattico, che nel contesto domestico, ma sono ancora molteplici le manifestazioni di violenza, soprattutto psicologica, radicate nella nostra cultura.

Antonella Questa attraverso un lungo percorso di ricerca e di indagine sul tema della pedagogia nera, facendo riferimento soprattutto al testo Pedagogia Nera di Katharina Rutschky, e agli studi della psicoanalista Alice Miller, del Prof. Paolo Perticari e della Dott. Antonella Lia, è giunta a chiedersi dove possano nascondersi oggi le radici di questo male.

L’autrice decide di utilizzare la dimensione della fiaba, con un’ambientazione e con personaggi familiari, in cui è facile potersi identificare e di conseguenza comprendere meglio determinate relazioni di potere.

Protagonista di questa fiaba è un’insegnante elementare, Rossana Caramella, cresciuta in una famiglia che utilizzava un metodo educativo repressivo costituito da maltrattamenti fisici e psicologici. Rossana ha introiettato questa violenza, per poi perpetuarla in diversi contesti della sua vita privata e lavorativa, in particolare nel rapporto con i suoi alunni, tramandando una catena transgenerazionale del trauma e del male.

Questa “catena invisibile del veleno” causa gravi danni allo sviluppo fisico, intellettivo, emotivo e psicologico del bambino e nelle relazioni che esso intrattiene con gli altri suoi coetanei.

Il bullismo è infatti una delle possibili conseguenze della pedagogia nera che porta l’individuo a sfogare la frustrazione e l’aggressività accumulata dentro di sé sulle persone più deboli e indifese.

La stessa maestra Caramella è stata vittima di bullismo da parte dei propri fratelli maggiori e dei coetanei, ed è stata anche profondamente incompresa e inascoltata dai propri genitori; tanto che Rossana Caramella decise di diventare una maestra proprio perché rappresentava l’unica alternativa per essere rispettata e ascoltata.

L’ambientazione teatrale è semplice, ma molto suggestiva: costituita da una sedia posta sopra a una pedana rialzata che ricorda la vecchia impostazione scolastica gerarchica tra insegnante e alunni, e una gigantesca lavagna nella quale vengono differenziati i bambini buoni da quelli cattivi.

Su questi elementi scenici si svolge l’interrogativo principale dello spettacolo: esistono davvero bambini cattivi?

Il finale della fiaba è ovviamente positivo e fiducioso nei confronti di una società che sta diventando sempre più disposta ad ascoltare i veri bisogni dei bambini e a confrontarsi con loro su un livello paritario e non più gerarchico e autoritario.

Non esistono bambini cattivi, i capricci e l’aggressività  infantile sono spesso manifestazione della loro frustrazione e della loro sofferenza causata dal non essere capiti e supportati dalle figure adulte di riferimento.

Convegni e laboratorio Verso un’Infanzia Felice

Il progetto Verso un’Infanzia Felice si compone anche di due incontri pubblici a Firenze il 16 febbraio e a Rosignano (LI) il 5 aprile, in cui si tratterà di pedagogia nera con esperti che si battono quotidianamente contro il maltrattamento infantile. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica per acquisire maggior consapevolezza su questa tema, di migliorare la relazione adulti-bambini, e offrire nuove chiavi di lettura per comprendere i bisogni e le emozioni infantili. I relatori del convegno del 16 febbraio a Firenze insieme ad Antonella Questa saranno: Dott. Stefano Calamandrei, psichiatra, psicanalista, esperto di adolescenza e patologie gravi, è stato responsabile di strutture riabilitative per giovani psicotici, attualmente coordinatore del SPDC Oblate dell’azienda sanitaria fiorentina; Dott. Stefania Losi, pediatra dell’AOU Meyer e responsabile del servizio GAIA; Relmi Rizzato, avvocato del Foro di Padova e docente per seminari e convegni sul tema dell’uso dei social network e delle responsabilità conseguenti; Francesco Salvatore, Child Protection Officer presso Cesvi, dove attualmente si occupa di progettazioni in Italia e all’estero legate alla tutela e alla promozione dei diritti dell’infanzia; Dott. Paolo Pistacchi, responsabile Direzione Strutture residenziali di Accoglienza dell’Istituto degli Innocenti; Dott. Farnaz Farahi Pedagogista e assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Firenze. Modererà il convegno Francesca de Sanctis, giornalista e critica teatrale.

Antonella ha inoltre organizzato per la giornata del 4 aprile a Rosignano un laboratorio aperto agli adulti, in cui si utilizzeranno delle tecniche teatrali per sperimentare e scoprire nuovi metodi di ascolto, entrando in una relazione positiva con l’altro. Nella prima parte del laboratorio verranno svolti esercizi e attività ludiche in piccoli gruppi, per allenare le capacità di ascolto e disponibilità nei riguardi sia dei propri compagni che di se stessi. Nella seconda parte del laboratorio avverrà invece un confronto e una presa di coscienza collettiva sui temi della pedagogia nera, facendo riferimento alla lettura di parti dell’opera Pedagogia nera di  Katharina Rutschky.

Il progetto Verso un’Infanzia Felice è dedicato al Prof. Paolo Perticari, in ricordo dei suoi studi e del suo impegno contro la pedagogia nera, e nel suo voler ricostruire un nuovo dialogo tra adulti e bambini, per dare a quest’ultimi il giusto rispetto e dignità.

  1. Per avere maggiori informazioni sul progetto Verso un’Infanzia Felice e per sapere le date dello spettacolo teatrale, dei convegni e del laboratorio si consiglia di consultare il sito web di Antonella Questa www.antonellaquesta.it.

Foto di Antonio Ficai