Cassandra è la figlia del Re di Troia Priamo, a cui viene dato il dono della predizione da Apollo che la richiedeva in sposa; lo stesso che poi la maledice e la condanna a non essere mai creduta da nessuno.
Cassandra, però, conosce la verità e nonostante nessuno si fidi di lei, la dice lo stesso ad alta voce.
Così dovrebbe essere il corpo degli intellettuali che costellano non solamente le scuole, ma anche la vita pubblica e quella politica.
Cosa accade tuttavia, se ci si ritrova in una condizione in cui lo studioso onesto risulta scomodo alle logiche del potere (e/o del mercato)?
L’intellettuale che esprime un dissenso viene deriso, escluso, tacciato di arroganza.
«Il disprezzo per la conoscenza, l’irrisione per gli studiosi, l’odio per il «culturame» sono una tentazione ricorrente del potere italiano». (1)
In questa analisi, improntata principalmente verso lo studio di azioni e parole di governi precedenti, viene data particolare enfasi a quella che è la condizione dell’intellettuale e della sua figura in Italia.
Viene messo in rilievo come lo status politico delle cose abbia deperito non solo la massa critica, politicizzandola e rendendola partitica, bensì anche di come giornali, tv, radio e persino opere d’arte vengano a malincuore considerate strumenti nelle mani dell’autorità del potere.
In un mondo che poggia oggi le sue fondamenta sull’economia, sul creare strateghi d’impresa ed esperti del marketing in qualunque sua forma, si perde la condizione mentale del dissenso e della ricerca della verità. L’importante è che i conti alla fine coincidano e siano in aumento, sempre.
Poco importa se poi si è considerati solo dei numeri.
Con toni abbastanza duri, Montanari critica tutte le professioni che sono recentemente nate come meri strumenti di controllo tramite la potenza delle parole, ma non solo.
La critica più feroce che egli sferza è nei confronti di una classe politica che prevarica le unicità e non riesce a distaccarsi da logiche di mercato, influenzando negativamente anche quella che è la fucina delle menti di ricerca, l’università, ridotta – secondo l’autore – a una società atta alla produzione di lavoratori per l’industria massificante.
Una declinazione in chiave contemporanea di un problema, quello della verità, che aveva già sollevato Popper nei confronti della Repubblica platonica. (2)
Cassandra anche oggi è muta, non parla più, non profetizza più, e nessuno può più dire di non essersene accorto.
Ma, alla fine, la verità è realmente un concetto così antitetico a quello di politica?
Grazie a Edizioni Gruppo Abele!
- Montanari Tomaso, Cassandra muta. Intellettuali e potere nell’Italia senza verità, p. 95, Edizioni Gruppo Abele, 2017, Torino.
- https://www.filosofemme.it/2018/11/01/mentire-e-lecito/
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