Valentina Pazé, ricercatrice di Filosofia politica presso l’Università di Torino, nell’introduzione del suo ultimo libro Cittadini senza Politica. Politica senza cittadini, edito da Edizioni Gruppo Abele, chiede senza giri di parole quale sia il contrario della parola cittadino.
Spiazzante, l’autrice inizia così il suo viaggio all’interno di un tema così caldo, facendosi notare immediatamente per l’approccio brillante e anticonvenzionale al drammatico dilemma che tutt’oggi occupa un posto predominante nel panorama nazionale (e non solo): i cittadini si sentono sempre meno rappresentati dalla politica e dagli schieramenti politici, tanto da arrivare a una sorta di atteggiamento passivo-nichilista che li porta a non andare a votare e disertare le urne, non esercitando quindi la democrazia.
E se la democrazia non viene esercitata, i cittadini non hanno alcun potere sulle leggi cui sono soggetti.
Nonostante sia stato scritto nel 2016, prima delle ultime elezioni governative, il testo della Pazé è incredibilmente attuale nella sua capacità di predire gli avvenimenti futuri, richiamando autori come Rousseau, Schumpeter, Kelsen (per citarne qualcuno) e le storie politiche di diversi Stati.
Vengono analizzati concetti chiave come rappresentanza, governabilità, populismo, partecipazione, ponendone in risalto l’uso e l’utilizzo, e come vengano falsati in favore della demagogia.
In conclusione, l’ultimo capitolo è dedicato alla democrazia, come impedirne la fine, risvegliando i cittadini in modo tale che non si ritrovino improvvisamente sudditi.
Data l’attenta analisi della situazione di qualche anno fa, resta dunque la curiosità di sapere cosa ne pensi la Pazé dell’evoluzione politica nel panorama italiano con l’attuale governo e per questo aspettiamo trepidanti il suo prossimo libro.
Grazie a Edizioni Gruppo Abele!
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