Gelosia, tradimenti, vendetta, strategie.
Gli ingredienti per il mito ci sono tutti ma questo testo, edito da Guanda, rappresenta una novità narrativa di cui certamente qualsiasi recensione non può svelare troppo.
Marta Morazzoni ci trasporta così in un esperimento ben riuscito, dove i pensieri più intimi dei protagonisti diventano meno lontani e avvicinano in un certo senso la storicità del mito. L’autrice compone questa tela con un’evidente esperienza e conoscenza di quello che è il mondo ellenico tramandato da moltissimi secoli facendo sue queste storie, con un’occhio contemporaneo ma sempre attento ai dettagli.
Un grande quadro, quello antico, che viene svelato passo a passo tra i dieci capitoli dove stupirsi e ri-stupirsi se si conosce già la storia.
Il dono di Arianna potrebbe meravigliare gli amanti dei classicismi, ma sicuramente può avvicinare i timorosi e le timorose ai superbi intrecci greci tra divinità e umanità.
Così il grido di terrore di Elena, la macchia di sangue sul vestito di Clitemnestra, i piedi dolenti di Achille e le ginocchia spigolose di Arianna sembrano diventare reali, si materializzano fuori dalle pagine dello stesso. I colori intensi di certi sguardi, il profumo dei limoni, l’odore dell’erba di un labirinto risvegliano tutti i sensi. La bravura di chi scrive, d’altronde, sta anche in ciò.
Insomma, questa lettura è una piacevole matassa, dove le storie si rincorrono in uno snodarsi e aggrovigliarsi dello stesso filo conduttore, come fa Teseo con quello della giovane Arianna dai lunghi capelli…o forse non più?
Nemmeno le mura possenti di Troia avrebbero dominato questo viluppo di storie, contrastato l’edera che nasconde i massi; ogni mia certezza si sgretolava sotto la pressione di infinite, penetranti dita leggendarie.
pag. 200
Morazzoni Marta, Il dono di Arianna, Ugo Guanda Editore, 2019, Milano.
Grazie a GUANDA!
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