L’aviazione femminile

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Volare ha affascinato l’essere umano dall’inizio dei tempi: si sono inventate storie e costruite macchine stravaganti per avvicinarsi sempre di più a toccare il cielo con un dito. La storia dell’aviazione, quindi, si è mossa nel silenzio per ricostruire la cronologia del mondo del volo. Grandi uomini come Leonardo da Vinci (XV secolo), i fratelli Montgolfier (1783), George Cayley, Francis Herbert Wenham, Otto Lilienthal (XIX secolo), Alberto Santos-Dumont (XX secolo) sono stati i pionieri dell’aviazione, regalando ai sognatori la capacità di volare e soprattutto rivoluzionando il modo di spostarsi da un luogo a un altro in tempi ridotti


E le donne dov’erano mentre l’umanità metteva le ali? 


Per lungo tempo questa professione aveva chiuso le porte alle donne, impedendo loro di poter dare un contributo, a causa della tardiva nascita dell’aviazione civile. Ma l’aviazione femminile (1) ha saputo cogliere i momenti e le occasioni per abbattere quelle porte riscrivendo la storia. Nel 1909 si costituì in Francia il primo aero club tutto al femminile, denominato “La Stella” (2), e al suo interno si fece avanti una donna che conquistò il cielo e la guerra: Marie Marvingt si travestì da uomo per combattere nella Prima Guerra Mondiale e nel 1915 divenne la prima donna a volare in missioni di combattimento.

Nel 1903 Aida da Acosta pilotò da sola il dirigibile di Alberto Santos-Dumont, da Parigi a Bagatelle. Nel 1911, Harriet Quimby divenne la prima donna pilota autorizzata e nel 1912  la prima a volare attraverso la Manica. Ci furono però tantissime altre donne che la storia, scritta dagli uomini e da coloro che dettano le regole del gioco, ha attentamente nascosto, di cui ha omesso i nomi e le imprese straordinarie.

Solo in tempi recenti si sta dando valore alle cronache femminili che hanno segnato un’epoca di grandi rivoluzioni e dato a tutti la possibilità di aprire orizzonti sconosciuti (Phoebe Fairgrave Omelie istituì un programma per addestrare istruttori di volo donne e fu nominata Assistente speciale per l’intelligenza aerea del Comitato Consultivo Nazionale per l’Aeronautica, un’anticipazione della NASA; fu attiva nel programma nazionale Air Marking and Mapping per l’elaborazione di simboli di identificazione dell’aeroporto). 


Colei che abbatté totalmente le barriere di genere fu Amelia Earhart, la prima donna ad attraversare l’Oceano Atlantico il 17 giugno 1928.


È stata la pioniera dei voli transoceanici e compì numerose imprese che hanno riscritto il modo di fare aviazione. Purtroppo nel 1937, nel tentativo di circumnavigare il globo, lei e il navigatore Fred Noonan scomparvero nell’Oceano Pacifico centrale vicino all’isola di Howland. Libri e trasposizioni cinematografiche hanno raccontato la sua straordinaria vita piena di avventure ed emozioni che solo chi ama il volo può capire e comprendere appieno. 

Oggi l’aviazione civile ha riconosciuto ruoli di rilievo alle donne, quali Comandante, Primo Ufficiale e Istruttrice, assegnando di conseguenza responsabilità elevate. Una causa della bassa presenza femminile in questo ambito è data dal costo elevato delle scuole di volo e degli addestramenti richiesti dalle compagnie al momento dell’assunzione. Inoltre alcune donne ritengono di essere  incapaci nell’ approcciarsi a questo lavoro, considerato di difficile accesso per il mondo femminile.

Alcuni colleghi uomini e alcuni passeggeri (secondo Eunews) assumono ancora atteggiamenti sessisti figli del detto “donna al volante, pericolo costante” e diffondono una repulsione nei confronti della professionalità femminile. D’altra parte, ci sono numerosi piloti che apprezzano il lavoro svolto dalle colleghe e molto spesso si trovano a lavorare in maggiore armonia proprio con queste ultime, capaci di riconoscere le capacità di ogni membro della crew. 

Secondo la Federation of European Women Pilots (FEWP)(3) il numero di donne pilota in tutto il mondo è del 5,4% su 650mila piloti: un numero ancora troppo basso, ma con una lenta crescita. Alcune compagnie, per sanare la questione, hanno istituito dei programmi di assunzioni “a sfondo rosa”, con lo scopo di far avvicinare le donne al mondo dell’aviazione e rendere paritario il lavoro con i colleghi uomini.


Sarà business o una sincera e onesta campagna di sensibilizzazione?


Un pilota una volta mi ha detto che quando si trova in aria il mondo e la vita assumono delle sfaccettature diverse, che lì tutti sono uguali e meravigliosamente affascinati dall’immensità. La sua passione per il volo è iniziata a tre anni quando un comandante di un aereo lo fece sedere sulle sue ginocchia davanti a quei pulsanti così misteriosi, quel giorno è nato il pilota che è oggi. Come lui tantissime bambine avranno iniziato a sognare di poter volare libere nel cielo, guidare quei giganti alati che ti fanno vedere il globo e quelle piccole pilote oggi riscrivono la storia del mondo femminile, ma soprattutto della società. Non hanno accettato un “no” come risposta e hanno sfidato i canoni che le vogliono in un lavoro di ufficio o a casa. Non hanno rinunciato al loro sogno e oggi sono brillanti Comandanti, Primi Ufficiali e Istruttrici di volo che regalano a tutte le donne un piccolo pezzo di cielo ogni volta che le ruote di quei colossi si staccano da terra, spiccano il volo. 


(1) Eunews, URL= www.eunews.it , 13/08/2019
(2) Ibidem
(3) Federation of European Women Pilots, URL= www.fewp.info , 14/08/2019