Il mistero di Van Gogh

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Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Spacchi tutto quando fan gol
Fai la coda per lo smartphone
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Tu sei pazzo, mica Van Gogh. (1)

Vincent Van Gogh è sicuramente uno dei pittori più conosciuti e amati nel mondo. I suoi quadri, così come la storia della sua vita tormentata e la sua fama del genio-folle sono noti alla maggioranza delle persone. È una convinzione radicata nella mentalità comune il fatto che Van Gogh fosse “pazzo”, anche per via del famoso aneddoto del taglio dell’orecchio.


L’arte e la genialità di Van Gogh, però, sono davvero generate dalla sua follia? Che legame intercorre tra il processo patologico e quello artistico? Da quale malattia era affetto? 


Il mistero di Van Gogh, libro di Gloria Albonetti (2), ha l’obiettivo di indagare questi argomenti prendendo in considerazione un punto di vista originale e poco esplorato nel contesto italiano: quello dei medici. L’autrice, infatti, ha compiuto un percorso suggestivo attraverso la letteratura medica e scientifica dell’epoca contemporanea a Van Gogh e successive, fino ad arrivare a quella odierna, e cercando indizi nelle lettere e nelle testimonianze a noi pervenute.

Quello che emerge è un quadro complesso, poiché sono tante le diagnosi, le teorie e le ipotesi elaborate dai medici e dai clinici che cercano di svelare l’enigma sulla malattia di Van Gogh.

La prima diagnosi, formulata quando Van Gogh era ancora vivo, è quella del Dottor Rey, il quale sosteneva che fosse affetto da epilessia: lo stesso pittore era convinto di soffrire di questa patologia e lo testimonia nelle lettere al fratello Theo. Tale tesi viene ripresa anche dal Dottor Peyron, altro medico di Van Gogh, ma anche dal neurologo Gastaut negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. (3)

Tante altre diagnosi sono state elaborate, alcune sono piuttosto bizzarre e stravaganti: ne è un esempio quella che trova le cause dei problemi del pittore in un colpo di sole o in una insolazione cronica. C’è chi sostiene che Van Gogh fosse affetto da sifilide o da disturbi fisici come il glaucoma, la Sindrome di Ménière, la porfiria acuta; c’è chi ritiene che soffrisse invece di disturbi psichiatrici come la psicosi maniaco-depressiva/disturbo bipolare o il disordine bordeline di personalità. Alcune teorie affermano che la malattia del pittore fosse dovuta a un consumo eccessivo di alcol o di terpeni, da intossicazione da digitale o da piombo.

Anche il filosofo e psichiatra Karl Jaspers, interessato al rapporto tra arte e follia, ha elaborato una  diagnosi tra le più note su Van Gogh, ovvero quella della schizofrenia, asserendo che questa malattia può liberare «forze che prima erano inibite» (4).


Qual è la tesi giusta sul mistero che aleggia sulla malattia di Van Gogh? È possibile pervenire a un’analisi?


Possono considerarsi valide e scientifiche delle diagnosi retrospettive? Se siete curiosi di scoprire qualcosa di più, non vi resta che compiere questo viaggio enigmatico tra l’arte e medicina, tra il normale e il patologico, guidato dalla giovane autrice. 

Gloria Albonetti, Il mistero di Van Gogh. L’arte di un genio o di un folle?, Roma, C1V Edizioni, 2019.





(1) Caparezza, Mica Van Gogh, quinto estratto dal sesto album in studio Museica, 2015.
(2) Gloria Albonetti, Il mistero di Van Gogh. L’arte di un Genio o di un Folle?, Roma, Scientia et causa, 2019.  Gloria Albonetti è laureata in Scienze Filosofiche presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. È un’autrice di Filosofemme e gestisce la rubrica Racconti e Resoconti per il comitato Cicap della Lombardia. Il suo ambito principale di studio riguarda la medicina, la scienza e la psichiatria in rapporto con l’estetica e l’arte.
(3) Cfr. https://www.thewisemagazine.it/2019/10/16/van-gogh-malattia-medicina-mistero/(4) Karl Jaspers, Genio e follia. Strindberg e Van Gogh, Milano, Raffaello Cortina, 2001, p. 170, in Gloria Albonetti, Il mistero di Van Gogh, cit., p. 56.