Celestino – intervista a Paola Catella

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Celestino è un bambino tutto blu.

E «Da che mondo è mondo non s’è mai visto un bambino blu».

Di questa avventura – creata da Paola Catella e illustrata dal marito Giobbe Covatta – ci si innamora facilmente e velocemente, per la bellezza della sua struttura non solo narrativa ma anche visiva. Una storia di diversità, di stereotipi da spezzare come catene, dove ogni passo compiuto dal nostro Celestino è un’immersione in un mondo diverso, eppure così unico nel discriminarlo per il colore della sua pelle.

Abbiamo chiacchierato con la filosofa Paola Catella per approfondire ancora un po’ la bellezza di questo libro.

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Scrivere una favola per sradicare l’idea di base del razzismo e farlo partendo dai bambini penso sia una cosa bellissima. È stato il clima che si respira ultimamente a spingerti a scriverla oppure c’è stato qualche evento particolare che ti ha fatto dire “serve un libro così”?

Non ho la presunzione di pensare che possa effettivamente servire un libro così, ma sicuramente la speranza sì.
Quando i bambini crescono pensando che esistono bambini che vengono PRIMA e altri che vengono dopo, il futuro che si prospetta non è rasserenante, ed è questo purtroppo il clima che si respira ultimamente. Celestino è il classico caso di bambino che viene escluso dal gruppo perché diverso. Quello che ho cercato di fare è di raccontare la sua storia con leggerezza e con umorismo. Credo infatti che l’ironia sia un linguaggio più efficace della paura o delle minacce, soprattutto quando ci rivolgiamo ai bambini. Se chi legge il libro ride di chi ha paura di un bambino blu, dell’arroganza di chi vuole a tutti i costi farlo diventare uguale agli altri, dell’ignoranza di chi pensa che il diverso sia pericoloso, io credo che quella risata sia pedagogica. Perché se un bambino giudica ridicolo un comportamento probabilmente eviterà di emularlo.


Perché hai scelto proprio il colore blu per il protagonista?

I motivi per cui un bambino (o un adulto) può venire discriminato sono purtroppo tantissimi.  Per raccontare la storia di Celestino avrei potuto scegliere un bambino con tre orecchie o una sola mano, un bambino che parla una lingua strana o non parla per niente, un bambino che veste in modo buffo o non alla moda, un bambino che crede in un Dio diverso dal nostro o anche semplicemente un bambino grasso oppure molto timido… Ho scelto di rappresentare tutti questi bambini con il colore blu semplicemente perché è il mio preferito: il colore del mare, del cielo, della serenità. Ma nessuna serenità è possibile quando questo bellissimo colore non viene visto come tale, bensì come violazione di ciò che è considerata l’unica  “norma” accettabile. Conseguenza di tale modo di pensare è che la “diversità” viene percepita come “anormale”, con tutto il carico dispregiativo che questo termine comporta e i conseguenti meccanismi irrazionali di paura e discriminazione.


I bambini, in questo libro ma anche nella realtà, non discriminano consapevolmente ma riportando le parole dei genitori. Da quando noi adulti abbiamo smesso di essere inclusivi? A tuo parere è una tendenza rimarginabile?

Essere inclusivi significa avere capacità di empatia. Quando la gente insoddisfatta è convinta che i propri problemi dipendano da chi sta ancora peggio, nessuna empatia è possibile. In una società come la nostra, sempre più globalizzata e multietnica, è fondamentale educare al rispetto della diversità. Incoraggiare bambini e ragazzi ad assumere la prospettiva di un individuo appartenente a un gruppo stigmatizzato e a empatizzare con lui, può portare a una riduzione del pregiudizio, per le generazioni future, nei confronti dell’intero gruppo e all’attuazione di comportamenti di rispetto per ciò che non conosciamo.


Senza svelare troppo, però gli animali in questo libro svolgono un ruolo determinante a un certo punto. Oltre al classico parallelo con Esopo, ho trovato in questa favola un qualcosa in più. Una sorta di legame spezzato da ripristinare…

Gli animali rappresentano, come i “diversi”, una minoranza indifesa, fatta di creature incomprese e maltrattate. Sono considerati insignificanti, inferiori, gli ultimi degli ultimi, e anche in questo caso l’ignoranza e la stupidità di chi si sente “superiore”  li condanna a essere oggetto di pregiudizi e crudeltà. Gli animali non sanno reagire, sono rassegnati all’ingiustizia e alla brutalità, ma mantengono un animo aperto e fiducioso. Celestino viene accettato da loro senza remore e scopre la bellezza di queste creature che purtroppo conosciamo troppo poco. Nel bosco Celestino trova finalmente la pace e la serenità che cerca da sempre: il mondo animale rappresenta quell’oasi di convivenza armoniosa che si è persa in una società sempre più intollerante, superficiale e brutale.


Cosa salverà le nuove generazioni? L’amore, la diversità o l’empatia?

Io credo che le nuove generazioni dovranno fare prima di tutto uno sforzo di UMILTÀ. Per umiltà intendo quella fondamentale virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma d’orgoglio, di superbia, di emulazione o sopraffazione. Chi riesce a recuperare tale virtù, grazie alla cultura, alla consapevolezza e al buon senso, può accettare con serenità che la propria scelta non sia necessariamente l’unica legittima. Se i nostri figli, i nostri nipoti, riusciranno a interiorizzare questa visione, sarà per loro naturale riconoscere ciò che c’è di buono negli altri, anche con i loro limiti, e vedere la ricchezza che caratterizza la diversità. Se l’umiltà riuscirà a prevalere sulla superbia, si smetterà finalmente di parlare di tolleranza come valore necessario alla convivenza. La tolleranza nei confronti del diverso non è un traguardo ma una sconfitta, perché tale termine presuppone di per sé una posizione di superiorità rispetto all’altro. Il vero traguardo non è la tolleranza ma il rispetto di ciò che è diverso da noi. Solo in questo modo possiamo sperare in un futuro di convivenza variegata, colorata e armoniosa.

Nel retro di copertina potrete notare la dicitura dyslexia friendly, poiché il libro è stampato con l’utilizzo di font Easy Reading ®, creato per agevolare la lettura alle persone affette da dislessia – una scelta di Edizioni Gruppo Abele che ci piace tantissimo.

Grazie Edizioni Gruppo Abele e Grazie Paola!

Paola Catella, Celestino, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 2019.