La genesi del neofascismo in Italia, di Nicola Tonietto, giovane dottore di ricerca in Storia presso l’Università degli Studi di Trieste e vincitore del premio Spadolini Nuova Antologia, è un ottimo strumento per capire cosa è successo ai fascisti dopo la seconda guerra mondiale.
Che fine hanno fatto i vinti, buone o cattive che fossero le loro azioni?Questa domanda, evento storico dopo evento storico, resta molto spesso senza risposta. Si creano così dei gap che portano inevitabilmente ad altre domande: che senso hanno i movimenti a ispirazione fascista oggi? Che legami hanno con il passato? Che valori condividono con i propri predecessori?
Il testo si concentra sul periodo tra il 1943 e il 1954, fornendo una retrospettiva dettagliata dei fatti che hanno delineato lo sviluppo del fascismo dopo il suo dichiarato decesso politico.
Con la fine della seconda guerra mondiale, il partito fascista diventa qualcosa di diverso da sé: il Movimento Sociale Italiano. Questo movimento, per sopravvivere all’interno della democrazia, deve mantenere una certa facciata. Gli ideali fascisti, infatti, con la democrazia non hanno niente a che fare e i neofascisti devono quindi conservare delle posizioni non estremiste.
La riorganizzazione dei neofascisti dopo la guerra è clandestina: essi sono, in un certo senso, degli esiliati in patria, che cercano di mantenere vivi i propri valori e interessi, unendo le diverse istanze dei nuclei di sud e nord Italia.
Ciò che emerge è la capacità del Movimento Sociale Italiano di adattarsi alle circostanze e ai giochi di potere degli altri partiti. La sua sopravvivenza si inscrive in una serie di battaglie più ampie, come quella contro il blocco comunista.
Il MSI avrebbe avuto lo stesso spazio di azione se l’anticomunismo non fosse stata un’istanza così pressante?
In quest’ottica, la questione di Trieste è cruciale per la popolarità del movimento. Trieste non può essere lasciata per nessun motivo nelle mani della Jugoslavia di Tito, non solo per patriottismo ma anche per un’avversione politica agli ideali comunisti, condivisa, tra gli altri, anche dalla DC.
Nel quadro della Guerra Fredda, poi, bisogna notare come anche gli Stati Uniti tenessero d’occhio i neofascisti, funzionali alla lotta contro il blocco sovietico.
Il MSI viene descritto come un movimento non unitario. Al suo interno ci sono diverse frange, le più estremiste rappresentate dalla fascia giovanile degli aderenti. Essi non disdegnano i metodi violenti e il disordine, e rappresentano un pericolo per la sopravvivenza legale del partito. Le intemperanze del raggruppamento giovanile spingono più volte la polizia a tenere sotto controllo il movimento, in certi casi impedendo addirittura i comizi pubblici.
I fatti della Garbatella sono un esempio di questa discrasia di partito: il 28 gennaio del 1950 uno scontro aperto tra neofascisti e membri del PCI nel quartiere storicamente di sinistra della Garbatella, a Roma, costringono il leader neofascista De Marsanich a intimare gli iscritti, e in particolare i giovani, a mantenersi entro le linee guida del movimento, senza eccessi.
Le divisioni interne, che rispecchiano una più ampia scissione tra i membri del partito disposti al compromesso e quelli che invece mettono i valori fascisti in primo piano, saranno proprio la causa del disgregamento del Movimento Sociale Italiano negli anni Settanta.
Il testo di Tonietto è importante per comprendere le dinamiche di un movimento che, in forme diverse, sopravvive tutt’oggi. Nel leggerlo, è inevitabile confrontare le istanze del movimento con quelle dei neofascisti odierni e l’impressione è che il fil rouge sia, oltre all’orgoglio per un’italianità da preservare, l’esigenza di fronteggiare un nemico comune — che, personalmente, non riesco a capire se sia, in fin dei conti, l’uovo o la gallina del caso.
Il fascismo è funzionale a fronteggiare un nemico o un supposto nemico è funzionale a mantenere in vita il fascismo?
N. Tonietto, La genesi del neofascismo in Italia, Le Monnier, Firenze, 2019.
Grazie a Mondadori Education!
(1) N. Tonietto, La genesi del neofascismo in Italia, Le Monnier, Firenze, 2019.
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