Durante la puntata del TG Zero di Radio Capital del 25 giugno, lo psichiatra Raffaele morelli si è scontrato con Michela Murgia, asserendo:
«Se una donna esce di casa e gli uomini non le mettono gli occhi addosso deve preoccuparsi. […] Il femminile è il luogo che trasmette il desiderio. […] Le donne sono regine della forma, guai se non fosse così. […] Il femminile è presente già agli albori, le bambine giocano con le bambole. Se il femminile viene soffocato una donna perde la possibilità di affermare la sua pienezza. […] Una donna deve sempre portare con sé la femminilità (1)».
Le sconcertanti affermazioni dello psichiatra possono essere contestate tramite un modello femminile che ha permeato più generazioni: Lady Oscar.
Anche io, sebbene non sia figlia degli anni in cui la serie animata veniva trasmessa, ho subito il fascino della sua bellezza: non del suo aspetto esteriore, bensì dell suo temperamento, della sua potenza, al punto da imitarla sin dall’età in cui il destriero, per me, era il cavallo a dondolo.
Oscar François de Jarjayes nasce nel 1755: è la sesta figlia femmina del generale François Augustin Reynier de Jarjayes. Il padre dall’atteggiamento fin troppo severo, stanco di non avere una discendenza, decide di crescere la figlia come se fosse un maschio. Il Generale l’addestra all’uso delle armi e la prepara per una vita militare. Diventerà, infatti, un’abile spadaccina e sarà in grado di usare le armi da fuoco grazie alla sua ottima mira.
Questa educazione è così impregnante nella vita di Oscar tanto da indurla a credere fino all’età di sei anni di essere un maschio.
A 14 anni Oscar viene nominata comandante della Guardia Reale. La sua mansione principale è scortare Maria Antonietta alla corte francese dove diventerà promessa sposa del delfino Luigi. Per la fedeltà e l’onestà che rappresentano il suo animo, viene nominata colonnello dalla regina Maria Antonietta, che vuole ricompensarla offrendole anche uno stipendio più alto, ma Oscar rifiuta perché la Francia è un paese in crisi e dilaga una situazione di malessere nei cittadini.
Per questa ragione lascia l’incarico a Corte e assume il comando della Guardia Nazionale a Parigi. Qui abbraccia la causa del popolo insorto, conducendo la battaglia per contrapporsi all’Ancien Régime, ma muore il 14 luglio 1789 dopo aver dato il comando ai cannonieri che si scagliano contro le mura della Bastiglia causandone la successiva caduta.
Perché è così importante oggi parlare di Lady Oscar? E perché è un modello femminile da contrapporre al pensiero di Morelli?
Perché Oscar è simbolo della lotta contro gli stereotipi di genere, esemplificati dalle parole dello psichiatra. Ha demolito la credenza pregiudiziale attorno all’idea della donna e del suo ruolo e ha costruito una donna nuova, secondo la sua autocoscienza, autonomia e autodeterminazione: sebbene le siano stati inculcati modi e attitudini ritenuti maschili, non ha rinnegato una volta adulta il suo essere donna e il poterli praticare in quanto tale, rivendicando volontariamente o meno il diritto di farlo pur non essendo uomo. Vale a dire che al centro della sua vita c’è solo lei, con il suo mondo interiore, le idee, le sue aspirazioni e le sue scelte.
Distruggere questo stereotipo ha fatto sì che si affermassero la sua personale libertà e la sua volontà, contrapponendosi ai ruoli imposti sia alle donne che agli uomini con l’unico scopo di ingabbiare e negare la legittimità di creare un’identità personale.
Ciò mina le basi di una società che vuole mantenere distinti lo status della donna e quello dell’uomo che li vincola alle aspettative riguardo i loro compiti, a ciò che si presuppone addirsi all’una e all’altro.
Oscar si svincola da tutto questo.
Seppur non abbia giocato con le bambole, non sia stata educata a diventare una perfetta damigella capace di sedurre gli uomini è riuscita ad autodeterminarsi come donna. Una donna libera, fuori dagli stereotipi femminili, che riesce a scegliere della sua vita e a giocare con la sua femminilità e sessualità.
È stata una ventata di aria nuova e fresca negli anni Settanta e Ottanta e tuttora rappresenta un modo nuovo per pensare l’educazione dei figli, pur tenendo sempre presente che ogni modello educativo non deve essere costrizione, come è stato per lei. Niente gabbie, solo libertà di essere se stessi. I figli devono crescere nell’autenticità e nella libertà di essere solo loro e nessun altro, così come Oscar alla fine sceglie come condurre la sua vita andando contro il padre che vuole darla in sposa.
Oscar ci insegna come essere donna o essere uomo non sia una condizione già stabilita, e soprattutto aderente al sesso biologico.
Piuttosto da lei possiamo imparare che essere donna o uomo è un’azione attiva della costruzione della propria identità e che non è neanche necessario riconoscerla binariamente in una delle due etichette.
Se seguissimo la logica di Morelli, dovremmo affermare che Lady Oscar la sua femminilità l’ha repressa, che non avrebbe dovuto “generare il desiderio negli altri, soprattutto uomini”, eppure proprio lei riesce ad attirare l’attenzione della regina Maria Antonietta, dell’amico André e di molti altri e altre. Diciamo invece che costituisce un esempio positivo di donna che pur partendo da un’imposizione è riuscita a costruire un’identità sua, fluida, non categorizzabile e va bene così. Né Lady Oscar né noi dobbiamo sentirci in difetto se il nostro modo di essere non combacia con il criterio restrittivo e degradante di una femminilità che deve suscitare il desiderio eterosessuale degli uomini.
Lady Oscar ha sempre portato con sé la sua femminilità ed è la sua femminilità perché è se stessa.
Non esiste Donna più bella di quella che mostra solo se stessa come Oscar che valorosamente indossa la sua divisa.
(1) Dichiarazioni di Raffaele Morelli durante la puntata del TG zero del 25 giugno di Radio Capital
Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Lady_Oscar
https://www.wired.it/play/televisione/2019/10/10/ragioni-lady-oscar-indimenticabile/?refresh_ce=
http://www.oasidelleanime.com/minisiti/oscar/trama/index.htm
L’immagine di copertina è un’immagine ufficiale di Lady Oscar (ベルサイユのばら Berusaiyu no bara). Il copyright della suddetta è pertanto di proprietà del distributore della serie, il produttore o l’artista. L’immagine è stata utilizzata per identificare il contesto di commento del lavoro e non esula da tale scopo – nessun provento economico è stato realizzato dall’utilizzo di questa immagine. / This is an official image for The Rose of Versailles (ベルサイユのばら Berusaiyu no bara). The image art copyright is believed to belong to the distributor of the series, the publisher of the series or the graphic artist. The image is used for identification in the context of critical commentary of the work, product or service for which it serves as image art. It makes a significant contribution to the user’s understanding of the article, which could not practically be conveyed by words alone.
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