«La donna è sempre stata un mostro» (1).
Inizia così il saggio di Jude Ellison Sady Doyle edito dalla casa editrice Tlön. Il mostruoso femminile non lascia scampo, ti scaraventa addosso le verità che accompagnano la vita di ogni donna (2); e la verità, per quanto possa far male, è l’unico rimedio per guarire, è la porta da attraversare per essere finalmente libera.
Noi donne siamo mostri e facciamo paura, ma a chi? Agli uomini, ed è per questo che è stata creata la gabbia del patriarcato. Come scrive Doyle, questa gabbia serve per impedire alle donne di uscire, di ribellarsi e di autodeterminarsi: «solo l’uomo può ottenere il lavoro, i soldi e il rispetto» (3).
Il patriarcato promette all’uomo il potere su tutto e in questo tutto è compresa anche la donna, su cui avrà controllo assoluto. Non a caso: «l’umanità è definita dagli uomini, perciò le donne, che non sono uomini, non sono umane. Da qui la necessità che vengano dominate dagli uomini – e se le donne si ribellano a questo dominio, diventano mostruose» (4).
E le donne mostruose, che si ribellano alla morsa velenosa del patriarcato, esistono, da sempre.
Queste donne le troviamo nel mito – come le sirene – , nella letteratura, nei film e, soprattutto, nella cronaca nera. Lo descrive benissimo la scrittrice, che con dettagli violenti e veri ci conduce all’interno della gabbia, che è estremamente fragile, per farci scoprire che la sua esistenza è temporanea e che tutte le donne hanno il potere di distruggerla.
Le donne sono dei mostri perché vengono raccontate come tali, ma è nella loro mostruosità che si cela il loro potere femminile, la loro forza matriarcale, oscura e antica, schiacciata dalla paura dell’uomo.
Questa mostruosità che è la donna può davvero cambiare il mondo.
Esaminare le narrazioni tossiche costruite sulla donna, così come ce le presenta Doyle, significa vivere nella verità. Le storie raccolte dalla scrittrice consentono di cogliere in maniera cruda e diretta la dominazione maschile e la corrispondente la sottomissione femminile, che viene a identificarsi solo in ruoli prestabiliti, come quello della madre e della moglie.
Quindi, ci parla di mestruazioni, verginità e sessualità, di gravidanze e maternità dimostrando come da sempre ci sia l’invadenza dispotica e aggressiva dell’uomo che vuole e deve mantenere a tutti i costi il proprio ruolo predominante.
Quella che ci viene proposta è un’analisi profonda che ha il solo scopo di fare a pezzi queste narrazioni tossiche e liberare tutte le donne, per farle esistere.
In fin dei conti, le donne sono mostri, e come tali possono stare al di fuori di ruoli e di confini, rifiutare norme sociali e biologiche e divorare questo mondo.
Grazie a Edizioni Tlön!
(1) pag. 11;
(2) Il concetto di donna, in linea con il pensiero di J. E. S. Doyle, è da intendersi in maniera plurale e inclusiva, quindi non solo le donne cisgender;
(3) pag. 15;
(4) pag. 13.
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