Il riconoscimento: una lotta positiva

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Riconoscimento

Pensare la lotta vuol dire immaginare un’esperienza negativa. Quotidianamente ascoltiamo e leggiamo storie di persone che lottano: per i loro diritti, per esprimersi, per farsi vedere, per farsi riconoscere. E ognuna di queste storie porta con sé sofferenza e dolore. 


Ma se la lotta avesse una valenza positiva? Se fosse una potente esperienza per trasformare la realtà?
È questo il pensiero del filosofo Axel Honneth, che ci offre la positività della lotta attraverso il momento del riconoscimento. 


Il tema del riconoscimento del filosofo tedesco va sicuramente inquadrato in un contesto particolare: ci riferiamo al periodo post-metafisico. I valori morali vengono riportati nella sfera sociale a discapito di una tradizione filosofica che li vedeva incarnati nella divinità e nella metafisica. Questa è la conseguenza del lavoro dei maestri del sospetto (Marx, Nietzsche, Freud) con i quali è stato spezzato ogni rapporto con il mondo trascendentale.

In un contesto così delineato il riconoscimento, che è un valore, si dà dentro la comunità sociale. Vale a dire che ogni individualità, con annesso riconoscimento, è dentro la molteplicità e la pluralità delle relazioni intersoggettive. Il riconoscimento è un bisogno primario dell’essere umano.

Questo bisogno è, quindi, una costante antropologica storicamente determinata, vale a dire che gli esseri umani organizzano la loro esistenza sociale nella pluralità di rapporti di riconoscimento, che si consolidano così tanto da assumere la forma di pratiche sociali stabili e caratterizzando in questo modo la società.

Questo profondo legame tra riconoscimento e rapporti intersoggettivi, lo intuisce molto bene Honneth affermando che l’individuo vuole sempre il riconoscimento, ma deve essere ben consapevole che questo non sarà mai totale e assoluto. Ovvero che il riconoscimento delle sue capacità, qualità, diritti, volontà e libertà sarà sempre in bilico per via delle relazioni intersoggettive che gli servono proprio per costruirsi.


Axel Honneth, con il suo lavoro, individua tre tipi di riconoscimento.


1. Riconoscimento d’amore;

2. Riconoscimento economico-giuridico; 

3. Riconoscimento politico.

Lo scopo del riconoscimento è quello del riconoscer-si, quindi conoscere se stessi e il rapporto con se stessi. Ovviamente non dimentichiamoci del profondo legame con le relazioni intersoggettive, che vanno a supporto di questa conoscenza. Honneth a questa dipendenza dà una valenza positiva. Per quanto ci sia dipendenza io-altri, quando parliamo di altri intendiamo anche noi stessi. Quindi si intende un Noi in cui ogni individuo è se stesso e l’altro. 

Sono proprio il riconoscimento e le relazioni intersoggettive a essere i motori propulsori dell’evoluzione della società ed è grazie a questi che possiamo delineare una filogenesi ideale della società honnetthiana, che prenda come punti di partenza e di arrivo i concetti di pluralità e inclusività in cui ogni singolo individuo arrivi a identificarsi con il Noi. 


Emergono, però, due elementi fondamentali nel pensiero del filosofo tedesco: quello della lotta intesa come movimento processuale del riconoscimento, e quello dell’emancipazione come risultato del processo conflittuale per ottenere il riconoscimento. 


Per comprendere come Axel Honneth arrivi a questo pensiero dobbiamo innanzitutto parlare di Hegel. È lo stesso filosofo che ci invita a farlo sin dalle prime pagine della sua opera Lotta per il riconoscimento.

La prima premessa doverosa che dobbiamo fare è quella che vede coinvolto Hegel nel confronto tra il pensiero politico moderno e la ripresa del concetto di zoòn politikon di Aristotele. Hegel non è assolutamente d’accordo con le visioni di Machiavelli e di Hobbes sulla natura egoistica dell’individuo.

Per lui l’individuo non è caratterizzato da egoismo e non è l’hobbessiano homo homini lupus. Hegel non crede che l’individuo possa trovare soddisfazione di sé senza l’altro e senza una comunità sociale come luogo di questa soddisfazione. Infatti, recupera l’idea aristotelica di animale politico e della natura politicizzata dell’uomo con cui l’individuo è tale perché vive in una comunità ed è tramite la pòlis che si definisce.


Per Hegel la soddisfazione di sé avviene su due strade parallele:
  • Pre-comunitaria, ovvero la soddisfazione personale è inserita in una rete comunicativa che ne stabilisce una validità e un significato volto alla comprensione di sé e della soddisfazione stessa;
  •  Post-comunitaria, ovvero la comunità non è il limite della soddisfazione dell’individuo, poiché ciò che caratterizza il corpo sociale è ciò che caratterizza l’individuo stesso. È il soggetto che fonda la comunità sociale in cui è inserito secondo l’esigenza di ottenere la sua soddisfazione. 

Questa potremmo definirla la base per una teoria etica di Hegel. Tuttavia, prima è necessario fare una seconda premessa, ovvero introdurre il confronto con Fichte. In particolar modo, ci riferiamo all’opera fichtiana Diritto naturale in cui il filosofo afferma la disposizione naturale dei rapporti intersoggettivi

Fichte, quindi, offre ad Hegel due importanti novità: riconoscimento come azione reciproca tra due individui e la base giuridica del riconoscimento, cioè attraverso l’applicazione delle norme.

Hegel decide, però, di rendere dinamico il processo fichtiano. La dinamizzazione che offre è quella del riconoscimento non come una prassi, ma come una processualità interumana. Il tentativo di Hegel è quello di inserire il concetto di lotta a carattere etico. I processi di riconoscimento sono conflittuali, ma ne consegue l’emancipazione dell’individuo dal suo stato di natura.


Quando nasce l’eticità in Hegel? Quando un valore viene riconosciuto da due individui, creando così un luogo in cui vivere.


La famiglia è il primo luogo dell’eticità che individua Hegel. Qui l’individuo-bambino impara a riconoscersi, attraverso l’educazione dei genitori, come soggetto fatto di bisogni elementari che vanno legittimati e soddisfatti. Dallo stato di simbiosi prenderà piede sempre di più l’esigenza del bambino di trovare la sua autonomia e così sperimenterà un nuovo modo di riconoscer-si.

Il riconoscersi, infatti, non avviene solo a livello familiare ma anche mediante relazioni economiche e sociali all’interno di una comunità sociale. Questo è il secondo luogo dell’eticità. A tale proposito Hegel ci offre l’esempio del proprietario che subisce dei danni ad opera del delinquente. Qui la legittimazione è intesa come la lotta dell’individuo nel recuperare la sua immagine danneggiata, il suo onore.

L’individuo, infine, si riconosce individualizzato e appartenente a una comunità a cui si appella per la sua accettazione (lo Stato come terzo luogo dell’eticità).

Questa premessa, che lo stesso Honneth fa nella sua opera, gli serve per costruire la sua idea di riconoscimento che ha la sua base fondativa nel pensiero hegeliano.


In lui, come esplicitato prima, sono evidenti le tre sfere in cui ottenere la propria personale affermazione: quella delle relazioni primarie, quella del diritto e quella della cooperazione sociale. A queste tre esperienze corrispondono: la fiducia in sé, il rispetto di sé e l’autostima.


La storia del riconoscimento è la storia della lotta che il soggetto attua in vista di un desiderio di individualità e autenticità, ma è anche la storia dei conflitti intersoggettivi e di gruppi sociali che esercitano dominio sugli altri negando una simmetrica individuazione, generando, appunto, quella lotta all’emancipazione.


La lotta all’approvazione individuale, quindi, è indispensabile alla formazione di una società sempre migliore che è tale se permette a ogni singolo individuo di essere compreso in rapporti di riconoscimento reciproco, di modo che egli possa acquisire i confini della sua identità personale che sono, poi, la condizione necessaria della sua autorealizzazione.





BIBLIOGRAFIA

Axel Honneth, Lotta per il riconoscimento, Il Saggiatore, Milano, 2002.

SITOGRAFIA 

https://iris.uniroma1.it/retrieve/handle/11573/916825/325434/La%20teoria%20del%20riconoscimento%20di%20Axel%20Honneth%20dalle%20sue%20origini%20a%20Das%20Recht%20der%20Freiheit.pdf

https://journals.openedition.org/qds/544

https://www.lacooltura.com/2019/05/axel-honneth-teoria-del-riconoscimento/

Immagine di copertina: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Axel_Honneth_2016-04-18.jpg
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