Decostruire la visione monolitica della femminilità. Questa è l’operazione compiuta dal volume Soggetto nomade. Agosti, Battaglia, Carmi, Catalano, Russo. Identità femminile attraverso gli scatti di cinque fotografe italiane (1965-1985).
Come anticipa il titolo, il testo edito da Nero Editions raccoglie gli scatti che cinque fotografe italiane (Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano e Marialba Russo) hanno scattato in Italia tra il 1965 e il 1985. L’accostamento di queste foto risale a una mostra del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato tenutasi tra il dicembre 2018 e il marzo 2019. Il titolo (di mostra e volume) è un ovvio richiamo a Soggetto nomade. Femminismo e crisi della modernità (1) di Rosi Braidotti, che firma una delle due prefazioni al testo edito da Nero editions (2).
Questi scatti, diversissimi per stile a argomento, si collocano in una dimensione spazio-temporale precisa che è teatro di grandi trasformazioni socio-culturali che hanno investito anche la vita e la figura delle donne, e che spesso le hanno viste protagoniste attive del cambiamento, forse per la prima volta nella storia del nostro paese.
Attraverso queste fotografie entriamo in contatto con tante femminilità diverse – da quella glamour di Catalano, fotografa delle dive del cinema e del mondo della moda a quella cruda di Battaglia, i cui soggetti sono bambine e donne dei quartieri poveri delle città del sud Italia – scoprendo tanti modi diversi di incarnare e interpretare l’identità femminile. Agosti ci mostra invece le donne intente a combattere assieme per il cambiamento, fare rete, vivere la condizione femminile in una dimensione collettiva e sociale profondamente connotata dal punto di vista politico.
Le opere di Carmi e Russo ci fanno entrare invece in un mondo che per molti versi è ancora poco noto e che sicuramente si colloca lontano dalle riviste patinate e dalla dimensione mainstream: quello dei “travestiti”, dove la femminilità diventa l’esplicito oggetto e obiettivo di una trasformazione estetica ma anche identitaria. Ritraendo uomini che si vestono e atteggiano da donne, Carmi e Russo ci invitano a riflettere su cosa sia davvero la femminilità e quali siano i travestimenti che noi stesse indossiamo ogni giorno per incarnarla e performarla.
L’accostamento delle cinque artiste, unitamente alla loro parole su cosa ha significato per loro essere fotografe e scegliere quei soggetti in quegli anni della loro carriera, crea un effetto dissonante: ci sembra di vedere immagini che non ha alcun senso accostare le une alle altre, ma al tempo stesso è proprio la loro unione – per somiglianza e contrasto – a dar vita a un nuovo significato di femminilità.
Un significato che, appunto, è nomade, cioè mai definitivo, mai granitico o coerente, ma proprio per questo ha il potere di mettere in crisi quello che crediamo di sapere su noi stesse.
Grazie a Nero editions!
(1) R. Braidotti, Soggetto nomade. Femminismo e crisi della modernità, Donzelli, Roma, 1995.
(2) L’altra prefazione è a firma di Cristiana Parrella e Elena Magini.
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