«Il passato non è mai stato così presente […] La nostalgia, da sempre, è il sentimento dominante della crisi […] Un rassicurante ritorno indietro è l’unico modo per esorcizzare il terrore del mutamento.»
Il nostro secolo si concretizza, parafrasando Zygmunt Bauman, nella retorica della “retrotopia”: un emergere e diffondersi di utopie, rivolte a un passato più o meno reale, che si originano come antidoti utili a proteggerci dall’instabilità, dalle incertezze – in una parola dalla mancanza di senso – del nostro presente.
È il 1688 quando Johannes Hofer si laurea in medicina con una tesi intitolata Dissertatio medica de nostalgia ed è proprio in questo momento che la parola “nostalgia” entra a far parte del repertorio prima medico, poi quotidiano, della modernità.
Il termine, di origine greca, è composto da nostos – ritorno in patria – e algos, dolore; così ai suoi esordi questa parola viene utilizzata per indicare una condizione di malattia diffusasi nel Seicento tra l’industrializzazione del lavoro, l’accelerazione della vita e l’urbanizzazione delle campagne.
La manifestazione, quindi, di una perdita di senso causata dallo scollamento tra il ritmo della vita tecnologizzata e quello della coscienza individuale e collettiva.
Ma questo sentimento di alienazione dal mondo, che genera una tristezza logorante e impedisce l’adattamento alle nuove condizioni di vita, è presente già nelle opere di Ovidio, come sensazione di sradicamento che pervade l’intera vita dell’individuo bloccandolo in un passato idealizzato e irraggiungibile. Una ricerca di un’età lontana che è vòlta al fallimento, perché la nostalgia non è localizzabile sul mappamondo: non importa quanto sia forte il desiderio del ritorno a casa, quando torneremo in patria saremo cambiati tanto quanto i luoghi una volta famigliari. È il tempo ciò che rimpiangiamo, il nostro tempo passato.
E così anche la musica può veicolare esperienze nostalgiche; è il caso di Yesterday capolavoro di Paul McCartney e dei Beatles che non smette di credere e bramare ieri – «I Believe in Yesterday, I Long for Yesterday» – e proprio per questo rimane una delle canzoni più ascoltate ancora oggi, perché suona all’unisono con la nostra stessa nostalgia.
Non mancano di certo film e serie Tv tra i prodotti culturali presi in esame dall’autrice: da Happy Days a Pleasentville passando per The Truman Show fino ad arrivare ad Amarcord e Black Mirror – solo per citarne alcuni – gli esempi delle varie forme assunte dalla nostalgia sono descritte al fine di farne emergere il potenziale attivo e spesso anche i risvolti problematici.
Un sentimento che lungi dall’essere mera alienazione da un presente privo dei nostri oggetti di desiderio, si fa portatore di una nuova apertura sul mondo, che si fa carico del passato riappropriandosene per interagire con esso, creando un presente nuovo non più preda della patologia che impedisce ogni riformulazione di ciò che è stato.
Cibo, mercatini vintage, tecnologia analogica, tutto oggi manifesta una passione per il passato che si concretizza nelle nostre vite in un connubio di nuovo e meno nuovo, come una moda mainstream che vuole non tanto sfuggire al presente quanto contaminarlo e nutrirlo con l’alterità rappresentata dai tempi passati.
Così anche temi come la memoria digitale e le identità artificiali sono argomenti che vengono inquadrati nell’analisi della nostalgia: «I dispositivi elettronici, lungi dal condurci nel futuro digitale, sono perfette macchine del tempo; congegni nostalgici costantemente orientati al passato perduto, sempre pronti a farci rimpiangere la scomparsa dell’età dell’oro in cui regnavano felicità e spensieratezza».
Yesterday. Filosofia della nostalgia, è un libro che aiuta a capire il nostro tempo e le nostre identità, sempre contraddistinte dalla tensione tra passato e futuro, tra individuo e collettività, e lo fa raccontando aneddoti, spaziando tra diversi prodotti culturali – da Esiodo e Omero fino a Stranger Things – per evidenziare il potenziale che questo sentimento può manifestare.
Grazie a Ponte alle Grazie!
Lucrezia Ercoli, Yesterday. Filosofia della nostalgia, Ponte alle Grazie, Milano, 2022.
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