Ho appena finito di leggere un libro sul mio ebook reader. Nel frattempo, lancio un’occhiata al cellulare, che si è illuminato per due notifiche. Mi metto al PC e, in sottofondo, la lavastoviglie lava i piatti al posto mio.
Siamo circondati dalla tecnologia e dal digitale, completamente immersi in essi.
Sia che siano apparecchi “semplici” come la lavastoviglie sia che sembrino estremamente sofisticati e “intelligenti” come il cellulare o il computer, la tecnologia e il digitale hanno rivoluzionato le nostre vite, ci hanno catapultatə in un mondo nuovo e hanno fatto emergere problemi che non erano presenti nel passato.
Da questi presupposti si sviluppa la riflessione di Floridi contenuta nel libro Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità e sfide edito da Raffaello Cortina Editore (1).
L’opera risulta essere estremamente interessante non solo per chi ama la scienza, ma anche e forse soprattutto, per noi filosofə. Infatti, come suggerisce il titolo, è centrale la riflessione sui problemi etici e/o i vantaggi che l’IA pone o porta per l’essere umano. R
elativamente ai problemi etici, infatti, le tecnologie più recenti possono arrecare danni e contribuire a perfezionare crimini già esistenti, come quelli sessuali o finanziari. Inoltre, l’IA rimette in gioco i concetti di colpa e responsabilità. Queste nozioni sono già di per sé problematiche, ma in questo caso lo sono ancora di più poiché legate a un’ambiguità presente nel termine “intelligenza artificiale”. Tali tecnologie ci appaiono a volte così evolute e sofisticate da sembrare effettivamente intelligenti. Tuttavia non è così, come Floridi illustra con numerosi esempi. Essi dimostrano di essere estremamente abili in quello che fanno – più di noi umani! – ma non davvero intelligenti nel senso umano del termine.
Oltre a porre problematiche etiche, l’IA può contribuire alla loro risoluzione.
Infatti, le più recenti tecnologie permettono di fare previsioni più accurate e facilitano l’accesso e lo scambio di maggiori informazioni, grazie a una più corretta gestione di dati e processi. Questa loro efficienza unita alla possibilità di effettuare misurazioni e statistiche estremamente precise potrebbe essere fondamentale per la risoluzione delle sfide relative al cambiamento climatico, all’ingiustizia sociale e alla povertà (2).
L’etica dell’IA, insomma, pone secondo Floridi numerose questioni e, difatti, suscita paure e perplessità. Alcuni temono che l’intelligenza artificiale possa arrivare a soggiogare l’essere umano. Se la cosa suscita riso, per ə filosofə non deve condurre nemmeno ad assumere una posizione totalmente critica e opposta. Floridi invita quindi a non commettere l’errore tipico della filosofia: assumere posizioni rigide e manichee, perché non esistono solo il bianco e il nero. Tutto ciò che si trova nel mezzo è noioso, ma molto più realistico, oltre che logicamente più corretto.
Floridi è, quindi, cauto ma non indifferente a queste tecnologie. Non è né ottimista né pessimista: si rende conto dei loro limiti e delle loro potenzialità e ce le espone con grande completezza e uno stile che sa essere a volte universitario – lui stesso dice che non è un libro per tutti – a volte ironico e graffiante.
C’è un punto, però, che il filosofo tiene a sottolineare: il vero problema non è la tecnologia, ma siamo noi. Dovremmo preoccuparci della nostra stupidità, non della presunta intelligenza dell’IA (3). Floridi cita Kant per spiegare l’importanza dell’utilizzo di queste tecnologie per trattare le persone sempre come fine e mai come mezzo (4). Per questo dovremmo guardare alle sfide reali che essa solleva, senza farci prendere da inutili paure.
Come farlo? Attraverso la guida della filosofia. Non quella filosofia chiusa e manichea a cui Floridi si oppone, ma una filosofia intesa come «design concettuale» (5), aperta alle nuove sfide e non rigida. Una filosofia che mantiene i valori, senza rimanere incautamente impigliata ai propri dogmi.
Fonti:
- L. Floridi, Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità e sfide, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2022.
- Ivi, p. 332.
- Ivi, p. 276.
- Ivi, p. 277
- Ivi, pp. 334-336.
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