Che cosa ti viene in mente quando senti la parola “droghe”?
A me Trainspotting, gli Ska-P che cantano Legalizacíon e l’odore dolciastro prodotto dalla cannabis nei dintorni della scuola nelle mattine invernali. Inevitabilmente penso anche al referendum per legalizzare proprio la cannabis, che avrebbe potuto essere e invece non sarà, almeno per ora.
Ognunə di noi ha un immaginario diverso legato alle droghe, fatto di esperienze personali e di persone che conosciamo o di cui abbiamo sentito parlare, ma anche in buona parte di prodotti culturali, campagne di sensibilizzazione e ciò che apprendiamo dalla cronaca e dalla discussione pubblica.
Ma quando parliamo di droghe, sappiamo davvero a cosa ci stiamo riferendo?
Questa è la domanda da cui prende le mosse Le droghe, in sostanza, il terzo volume della rivista Cose spiegate bene, creata dal Post e edita da Iperborea. Con la caratteristica struttura corale che procede per articoli (1), in questo numero si affrontano le più svariate tematiche legate al mondo delle sostanze stupefacenti, con un approccio informativo ma anche riflessivo e critico.
Così si scopre che le cose non sono così chiare come spesso diamo per scontato: la definizione di droga non è univoca e non discrimina in modo preciso le sostanze che ricadono in questa categoria da altre, come lo zucchero, l’alcool o il caffè, che sono legali e che consumiamo abitualmente senza batter ciglio nonostante diano dipendenza. Lontano da un intento polemico o dal tentativo di dimostrare a tutti i costi una tesi preconcetta, Le droghe, in sostanza si propone di fare il punto sulle conoscenze e le pratiche legate alle droghe, problematizzando il nostro rapporto socio-culturale con queste ultime.
Leggendo i molti contributi di cui la rivista si compone appare chiaro quanto il mondo delle droghe sia complesso e diversificato, al punto che davvero non ha senso parlare di queste sostanze come se fossero un unicum e una fosse intercambiabile con l’altra. Ciò vale soprattutto per gli effetti che l’utilizzo comporta, ma anche per la modalità e la frequenza dell’uso che se ne fa e per i contesti d’uso.
L’effetto principale provocato dalla lettura, oltre all’apprendere molte nuove informazioni, è quello di vedere sfatati tanti falsi miti e pregiudizi. Ciò non significa che tutto quello che pensiamo di sapere sulle droghe è inesatto, ma che molto di ciò che diamo per assodato è frutto di una visione spesso distorta e non onesta dei fatti, quando non semplicemente di dati non aggiornati o mal interpretati.
Alcuni dei contributi più interessanti ruotano attorno alla legalizzazione e all’uso non ricreativo (e quindi principalmente terapeutico) delle sostanze. Cosa sta succedendo nei paesi dove alcune droghe sono già state legalizzate? Al contrario, la lotta contro l’uso di certe sostanze, combattuta anche tramite la loro classificazione come illegali, si è dimostrata efficace? In che modo lo status legale di certe sostanze può far migliorare o peggiorare la qualità della vita di chi trarrebbe beneficio dal loro uso terapeutico? Quali sono le frontiere della ricerca medica quando si parla, ad esempio, di sostanze psichedeliche?
Con le sue moltissime domande e molte risposte, Le droghe, in sostanza è quindi uno strumento utile per costruirsi una conoscenza del fenomeno che sia fondata su ricerche e esperienze reali, elementi che dovrebbero essere alla base di ogni opinione a riguardo, indipendentemente da quale essa sia.
A.A.V.V., Cose spiegate bene. Le droghe, in sostanza, Iperborea, Milano, 2022.
Grazie a Iperborea!
(1) Lə autorə sono Matteo Bordone, Pietro Cabrio, Francesco Costa, Isaia Invernizzi, Ludovica Lugli, Emanuele Menietti, Stefano Nazzi e Antonio Russo. In aggiunta, il testo si compone dei contributi di Fabio Cantelli Anibaldi, Agnese Codignola, Carlo Gabardini, Vanni Santoni e Laura Tonini. Le illustrazioni sono di Paolo Bacilieri.
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