«[…] la paura del corpo nero è stata centrale nella creazione dell’estetica della magrezza tra le americane bianche alla moda». (1)
Con queste parole Sabrina Strings, autrice di Fat Phobia – edito quest’anno da Mar dei Sargassi – chiude la sua indagine sul tema della paura del grasso nei corpi femminili.
Come la stessa autrice afferma nella prefazione:
«Nel presente libro analizzo la storia e il retaggio della propensione per i corpi magri e dell’avversione per i corpi grassi, prestando particolare attenzione alle contingenze di genere, classe, etnia e salute» (2)
È un libro che, attraverso varie fonti – dipinti, lettere, giornali etc. – che spaziano dal Rinascimento al XX secolo, ci riporta allo snodo originale della fobia per il grasso, quando le tratte transatlantiche degli schiavi e il protestantesimo iniziarono a diffondersi nelle società occidentali, creando i presupposti per un discorso scientifico con basi razziste, per l’accostamento della grassezza alla razza e infine permisero di bollare come peccato il piacere derivante da un’alimentazione eccessiva.
Leggendo, scopriamo come lo sguardo maschile nel Rinascimento elogiasse le fattezze delle donne africane e come questa tendenza continuò per tutto il periodo che vedeva nelle forme curvilinee e abbondanti rispecchiati i canoni estetici cristiani e neoclassici; tuttavia, si svilupparono presto delle tendenze razziste che nel XVII secolo portarono ad un vero e proprio svilimento dei corpi grassi.
Di questo passo la circonferenza del corpo sarà presto intesa come manifestazione delle caratteristiche delle razze, delle nazioni e dei vizi degli individui; caratteristiche che, con l’aiuto della scienza, posero le basi per le differenze biologiche e intellettuali tra bianchi e Altri, mentre il protestantesimo faceva della frugalità e del corpo magro segni di rettitudine morale. Non ci volle molto perché la magrezza divenisse il baluardo della superiorità etnica occidentale, tramite una gerarchizzazione su base razziale che, ad ogni afflusso di migranti, andava sempre più consolidando le rigide norme estetiche a sfavore dei corpi grassi.
Fat Phobia è un libro che offre un’aperta critica alla grassofobia e alle sue origini nel contesto coloniale per coinvolgerci a pieno titolo nelle dinamiche sociali odierne attraverso un processo storico lungo secoli che, anche se passato e spesso oscurato, persiste e determina le nostre vite.
La ricerca del perché del feticcio per la magrezza e del corrispettivo rifiuto dei corpi grassi ha portato Sabrina Strings a scrivere un libro che sfida i pregiudizi e le narrazioni insite nel pensiero occidentale, al fine di rendere protagonisti soggetti e temi tradizionalmente adombrati.
Sabrina Strings, Fat Phobia, Mar dei Sargassi, Napoli, 2022.
Grazie a Mar dei Sargassi!
(1) Sabrina Strings, Fat Phobia, Mar dei Sargassi, Napoli, 2022, p. 256.
(2) Sabrina Strings, Fat Phobia, Mar dei Sargassi, Napoli, 2022, p. 23.
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