Di cosa parliamo quando parliamo di consenso

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Consenso

Avventurarsi nella lettura di Di cosa parliamo quando parliamo di consenso (1) non risulta affatto facile per lə lettorə, giacché l’autrice, la filosofa francese Manon Garcia, utilizza questo testo per tirare le fila di tutti i dibattiti relativi a un concetto ormai onnipresente nel discorso femminista. La posizione base di chi vede nel consenso uno strumento adatto al vaglio dei rapporti sessuali suona più o meno così: ogni rapporto consenziente è legittimo, e ogni rapporto non consenziente non lo è. Il difficile è capire cosa c’è sotto questa dichiarazione, che di per sé non è sbagliata, ma può sempre essere migliorata, problematizzata.


La domanda a cui questo libro risponde è: come deve essere caratterizzato il consenso in modo che diventi un mezzo di autodeterminazione della sessualità?


Può essere utile, innanzitutto, fare riferimento alla distinzione che Garcia opera tra:

  • Il sesso positivamente non consenziente, ossia quello in cui una delle parti coinvolte (2) apertamente nega il proprio consenso a perpetrare il rapporto di natura sessuale. 
  • Il sesso non attivamente consenziente, ossia quello in cui una delle parti coinvolte non dice di no, ma non dà neanche segni di consenso chiaro e positivo. 

Questa rende immediatamente chiaro, infatti, che non esiste alcun binarismo sesso legittimo-stupro, perché tra i due esiste una “zona grigia”, in cui rientrano tutti quei rapporti che non sono stupri ma che non sono neanche davvero ben accetti da chi li subisce. 

Quanto analizzato sopra ci permette anche di capire che parlare solo negativamente di consenso non basta, c’è bisogno di una pars construens che ci permetta di capire qual è il modello di consenso a cui aspiriamo, per far sì che non sia più possibile confondere l’assenso silenzioso e uno diretto. Non è risolutivo neanche identificare il consenso come un contratto, perché ciò ignora diverse problematiche, prima fra tutte quella della legittima fluttuazione della volontà.


Si potrebbe anche firmare un contratto di consenso all’inizio del rapporto, ma ciò non toglie che si possa cambiare idea in qualsiasi momento (e poi non è detto che si siano anticipate tutte le fasi del rapporto).


Inoltre, ispirarsi al modello contrattualista è spinoso anche alla luce del fatto che esso nasce come escludente nei confronti delle donne, ossia di che invece dovrebbe ora usufruirne (3). 

Partendo da considerazioni del genere, Garcia propone un ripensamento del consenso in senso dinamico e aperto. La filosofa ritiene infatti che la peculiairtà dei rapporti sessuali, che sono a suo parere quelli in cui più ci possiamo riconoscere come soggetto relazionale e sempre legato all’altro, richieda un concetto di consenso che, pur prendendo spunto dalle teorizzazioni precedenti, si fondi sulle esigenze e sulla natura di tali rapporti

Solo convincendosi di ciò:

  • Il consenso non sarà più identificato con una formalità che spezza il desiderio, ma come parte integrante dello stesso. 
  • L’azione di acconsentire non sarà una tantum, ma una costante che accompagna tutte le fasi del rapporto. 
  • Il rapporto risulterà non solo legittimo (giusto) ma anche moralmente buono. 
  • Le decisioni giuridiche relative a tali temi avranno una base morale di partenza, già diffusa tra chi poi a quelle decisioni verrà sottopostə.

In sostanza, l’analisi e la proposta di Garcia sono molto puntuali, e tentano di spostare il focus su un ripensamento morale del consenso, quello che molto spesso manca nelle analisi di questo tema.


Se vogliamo che questo diventi davvero uno strumento utile entro i rapporti, e non solo a monte o a posteriori di essi, questo è il compito che ci spetta. 

M. Garcia Di cosa parliamo quando parliamo di consenso sesso e rapporti di potere. Einaudi, Torino, 2022.

Grazie a Einaudi!


(1) M. Garcia Di cosa parliamo quando parliamo di consenso sesso e rapporti di potere. Einaudi, Torino, 2022.

(2) Il testo di Manon Garcia risulta molto inclusivo, sicché nel fare degli esempi di rapporti non sottolinea mai il genere delle persone coinvolte, se non strettamente necessario. Resta il fatto che gli uomini sono i principali perpetratori di molestie sessuali (https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/-/edn-20171123-1, ma questa è solo una delle tante ricerche statistiche che ci dà questa informazione).

(3) ne abbiamo parlato qua: https://www.filosofemme.it/2021/12/27/contratto-sessuale/