«È dall’offesa reiterata e senza fine di quei diritti fondamentali che la donna si difende, nei modi e nei tempi che le sono consentiti, e così facendo tutela anche quello che più di prezioso un essere umano possiede: la sua dignità.» (1)
La legittima difesa delle donne. Una lettura del diritto penale oltre pregiudizi e stereotipi è un libro a cura di Claudia Pecorella (2) edito da Mimesis. Il filo conduttore che unisce i vari saggi presenti nell’opera è quello delle donne vittime di violenza maschile che all’interno del sistema di giustizia penale si trasformano paradossalmente da vittime a imputate.
In particolare si analizzano i casi giudiziari di quelle donne che, spinte da una reiterazione della violenza maschile, commettono un reato di omicidio o di tentato omicidio per la necessità di difendersi e per porre fine a quella condizione altamente lesiva della loro dignità umana.
Quella italiana però, come afferma l’autrice Luisa Ravagnani (3), «non è una legge per donne»; questo comporta che all’interno dei tribunali i giudici spesso escludono, nella ricostruzione della dinamica dei fatti e nella valutazione dei casi presi in esame, l’esistenza di una situazione di legittima difesa.
La legittima difesa, infatti, viene riconosciuta solo nel caso in cui l’omicidio avvenga come reazione durante l’aggressione fisica, ma non è invece valutata tale nelle situazioni in cui l’azione di difesa si verifica successivamente all’episodio di violenza. Questi ultimi casi, in cui le vittime di violenza vengono considerate penalmente perseguibili, rappresentano la maggior parte di quelli presi in esame dal libro.
La lettura di questo testo fa emergere l’incapacità del nostro diritto penale di interpretare i processi attraverso una dimensione di genere, come invece è previsto dalla Convenzione di Istanbul, uno dei trattati internazionali più importanti in merito alla prevenzione e lotta contra la violenza nei confronti delle donne.
Tale mancanza porta spesso a ignorare o sottostimare la situazione di violenza e lo stato di continua sofferenza psicofisica alla quale sono sottoposte le donne che si trovano a vivere una relazione violenta e i loro figli.
Per i reati commessi nei contesti di violenza domestica diventa necessaria non solo una rivalutazione del concetto di legittima difesa, ma anche un’analisi delle falle dell’intero sistema di giustizia, incapace di prevenire ed eliminare i maltrattamenti che, in casi estremi, spingono le vittime a compiere un gesto che diversamente forse non avrebbero compiuto.
Grazie a Mimesis!
(1) Claudia Pecorella, Conoscere il passato per poter giudicare il presente: quando la violenza reiterata è all’origine dell’uccisione del partner, in La legittima difesa delle donne, Milano-Udine, Mimesis, 2022.
(2) Il libro è composto da diciassette saggi, ə cui autorə sono: Patrizia Romito, Martina Pellegrini, Marie-Josèphe, Saurel-Cubizolles, Loredana Garlati, Claudio Strata, Andrea Niccolò Pinna, Luciana Goisis, Elena Biaggioni, Noemi Maria Cardinale, Claudia Pecorella, Sergio Bersano, Massimiliano Dova, Ana Maria Gonzales Luna C. (3) Il saggio di Ravagnani si intitola proprio Non è una legge per donne.
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