Come si fa a tenere insieme fede cattolica e femminismo? E’ possibile credere in un dio alla guida di un sistema religioso maschilista e patriarcale e allo stesso tempo riconoscersi e militare in un movimento che rifiuta le gerarchie e chiede libertà, uguaglianza e autodeterminazione? Come possono convivere prospettive così distanti? God save the queer ha origine proprio da questi interrogativi e dal desiderio di trovare spazi di dialogo e riconciliazione in un territorio di scontri e di contesa, di nette separazioni sempre più difficili da abitare per chi, come l’autrice, appartiene fieramente ad entrambi i fronti.
Nel suo ultimo successo editoriale, Michela Murgia ragiona di fede e femminismi, osservando innanzitutto la sua esperienza personale di donna cattolica, femminista e queer.
Ripercorrendo tappe e mutamenti del suo percorso di fede, l’autrice ci conduce in una lunga e profonda riflessione che allarga la prospettiva e ci costringe a fare i conti con la complessità di una faccenda che è molto più sfumata e plurale di quanto spesso si tenda a raccontare.
Murgia è ben conscia dei limiti dell’istituzione in cui il suo credo si è storicamente tradotto. Non nega gli aspetti problematici e non ha la pretesa di riscattare la Chiesa da certe pagine oscure del suo passato o dalle scelte controverse del suo presente; né ambisce a restituirne un’immagine falsata che possa spingere lettorə non credenti a rivedere le proprie scelte di fede, ma si interroga sulla possibilità di costruire alleanze abbattendo rigidi schemi divisivi e ripartendo da quelle che il suo sguardo ci racconta come visioni comuni. Rifuggendo soluzioni semplicistiche che liquidino velocemente l’oggetto controverso del libro, Murgia tende l’orecchio a più spunti di riflessione possibili, esorta la discussione ed invita chi legge a prenderne parte e ad interrogarsi insieme a lei sui propri assunti, per fare spazio a nuove lenti interpretative.
Pur distante da una visione definitiva, esente da dubbi e domande, Michela Murgia rivendica con fermezza la sua fede fuori dagli schemi.
E’ pronta a difenderla strenuamente con la consapevolezza che una posizione impopolare come la sua potrebbe generare commenti critici sia negli ambienti di fede che in quelli femministi. God save the queer potrebbe suscitare fastidi e ne corre il rischio. Non rinuncia a toni pungenti e provocatori e si assume tutta la responsabilità di trattare temi sensibili per moltə. E’ un testo irriverente a cui si deve riconoscere un certo coraggio e una certa potenza. Inoltre, il libro edito da Einaudi è un lavoro serio e di spessore, ricco di argomentazioni acute e brillanti e di riferimenti colti che attingono ora alla storia e alla teologia, ora al mondo dell’arte e della letteratura.
Nonostante questo, la penna di Murgia non si perde mai in orpelli retorici o complesse astrazioni che complicano la comprensione. Al contrario, la curiosità e il coinvolgimento dellə lettorə sono facilitati da spaccati dell’infanzia dell’autrice, che, come fotografie di scene passate, si inseriscono tra le righe e rievocano luoghi, volti ed aneddoti della sua vita. Ciò che ne risulta è una lettura scorrevole ed avvincente, talvolta spiritosa, facilmente fruibile anche da chi della religione cattolica rimangono solo i ricordi sbiaditi delle ore di catechismo.
M. Murgia, God save the queer, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2022.
Grazie a Giulio Einaudi Editore!
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