«Sogno un mondo in cui la gabbia della pressione estetica vada in frantumi e tutti i corpi possano essere liberi di esistere senza vergogna» (1).
Come può un quaderno personale trasformarsi in un mezzo di rivoluzione per tuttə?
Per scoprirlo basta leggere Anti Manuale della Bellezza di Dalila Bagnuli – attivista body positive, femminista intersezionale, social media strategist e content creator – un libro che è un toccasana per ricordarci che non aderire ai canoni di genere imposti è un rito di passaggio verso la liberazione di sé stessə.
Tra domande, esercizi, QR Code da scansionare, inviti alla condivisione, vocabolari e disegni, l’intento dell’autrice è chiaramente quello di unire il proprio vissuto personale a quello di chi legge.
«Ci insegnano che siamo tutte belle a modo nostro perché tutte diverse, ma se analizziamo con attenzione la realtà notiamo che il corpo delle donne viene percepito dalla società come un oggetto problematico da nascondere, modificare, ma soprattutto gestire» (2).
Dalla mostruosità delle mestruazioni, al nascondimento dei peli, passando per la sessualizzazione e l’infantilizzazione del corpo, questo testo parla di noi e dei nostri vissuti analizzando frasi e aneddoti che fanno parte della nostra esperienza quotidiana.
Ma non solo: tra la spiegazione dell’influenza del marketing sui nostri corpi e la storia del femminismo, Dalila Bagnuli ci fornisce anche un’educazione su come usare i social, come capire gli algoritmi che li governano e come frequentarli preservando la nostra salute mentale, dando valore al rispetto reciproco.
«Il tuo corpo non è un trend!» (3) diviene un promemoria, che ci apre le porte alla riconquista della nostra corporeità e ci permette di riscrivere il significato di parole come “grassa” e di scardinare i ruoli sociali precostituiti.
«Come ci sentiremmo se i nostri corpi non venissero costantemente osservati e giudicati? […] e se all’improvviso le donne smettessero di pensare alla bellezza come un qualcosa di indispensabile per la loro vita? Quali sarebbero le conseguenze? No, la risposta non è “saremo tutte più brutte”, ma “saremmo tutte più libere”» (4).
È profumo di riscatto quello che si sente sfogliando le pagine, libertà di esistere con il proprio corpo, a prescindere dal giudizio altrui e dall’idea di bellezza che – in ogni epoca – ha costretto i corpi a conformarsi a qualche canone esterno.
«Un corpo diventa politico quando rivendica lo spazio e il rispetto che gli sono sempre stati negati da una società che ne vuole limitare la libertà» (5).
E allora questo libro è più di un anti-manuale, è un vero e proprio manifesto, una chiamata a reclamare il diritto alla rappresentazione del proprio corpo e, quindi, un invito a riappropriarsi di sé e del proprio posto nel mondo.
Questo è un testo coinvolgente, perché parla di tuttə noi attraverso l’analisi dei pregiudizi della società patriarcale, ma anche perché – tramite la risignificazione delle parole che usiamo – ci invita a riflettere, scrivere e dialogare con l’autrice.
È scorrevole, chiaro, e le esperienze personali di Bagnuli non potranno che farvi sorridere pensando a quante volte siano capitate anche a voi, creando un senso di appartenenza e vicinanza che pochi libri riescono a dare.
Grazie Edizioni Sonda!
Dalila Bagnuli, Anti Manuale della Bellezza, Edizioni Sonda srl, 2023, Milano.
- Dalila Bagnuli, Anti Manuale della Bellezza, Edizioni Sonda srl, 2023, Milano, p.10
- Ivi, p.9
- Ivi, p.72
- Ivi, p.76
- Ivi, p.108
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