Nuovo e vecchio mondo. Vita e parole di una pioniera del femminismo
A cento anni dalla morte di Clelia Romano Pellicano, Nuovo e vecchio mondo, edito da Le Plurali, è una raccolta di testi, riflessioni e racconti che vuole omaggiare e rendere vivo il pensiero e la vita di una pioniera del femminismo italiano.
Clara Stella, che cura il testo, mette in luce l’attivismo e il respiro cosmopolita della marchesa Pellicano che, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, matura le sue riflessioni femministe in sinergia e in vivo scambio con i pensieri internazionali del movimento.
Nata nel 1873 da padre magistrato mazziniano e da madre newyorkese, Clelia Pellicano cresce in un ambiente di grande stampo culturale e di formazione politica. Giornalista, scrittrice e attenta studiosa delle tematiche storico sociali, attraverso Pellicano è possibile scovare e avere traccia della vita e della cultura aristocratica italiana di inizio Novecento.
Ma è soprattutto attraverso i suoi racconti, pubblicati con lo pseudonimo di Jane Gray, che è possibile catturare a pieno i desideri, le ambizioni, i pensieri di uomini e donne della sua epoca.
Inserendosi nel filone del matrimoniale femminile, attraverso i suoi racconti Pellicano descrive con ironia e sagacia gli intrighi, le pulsioni e i desideri a volte nascosti e interrotti che rendono complicate le relazioni del suo tempo.
Mettendo in luce il perbenismo e gli stereotipi che circondano i rapporti di coppia, l’autrice restituisce in puro stile verista le regole non scritte e le consuetudini che conducono il matrimonio all’infelicità.
Ad emergere nei suoi romanzi sono soprattutto le “nuove donne”, varie immagini di femminile che si dipanano attraverso le protagoniste delle storie: emancipate, belle e in cerca di libertà, oppure ingenue e illuse, o ancora seducenti e scandalose.
Ed è proprio attraverso il racconto di stralci di vita di queste donne che è possibile cogliere quello che Pellicano definisce come la “sessualizzazione del cervello della donna”, ovvero ciò che noi oggi chiameremmo patriarcato interiorizzato.
Nella prefazione a La donna e la legge di Carlo Gallini, Pellicano spiega con acutezza e rigore di pensiero la ragione che ha portato le donne alla marginalizzazione e all’esclusione come parte attiva della società.
Scrive infatti:
«penso che sulla donna è stata compiuta la più mostruosa violazione che tirannide collettiva abbia mai consumato nel campo del pensiero, quella di “sessualizzarne” anche il cervello, negandogli il vital nutrimento e i liberi orizzonti necessari al suo normale sviluppo, che in lei si sono andati soffocando gusti, aspirazioni, tendenze e di un intero sesso si è fatta una specie di casta sacerdotale anchilosata nei sempiterni gesti del domestico rito» (1).
L’esclusione della donna dalla società, la negazione di ogni sua libertà o interesse in favore del “rito domestico” sono per Pellicano le ragioni che pongono la donna in schiavitù e contro le quali auspica «riscatto con fermo cuore e rapido passo» (2).
Ed è proprio per mettere in movimento questo auspicato riscatto che nel 1909 Pellicano prende parte come delegata al Congresso internazionale femminile per il voto alle donne.
Sarà l’incontro con il pensiero femminista internazionale, restituito attraverso articoli e resoconti di viaggio, a mettere in moto un’analisi sui temi e sulle istanze femministe del movimento che in Italia è, tuttavia, ancora agli albori.
Grazie Le Plurali!
- Clelia Romano Pellicano, Nuovo e vecchio mondo. Vita e parole di una pioniera del femminismo, a cura di Clara Stella, Le Plurali Editrice, 2023, pag. 49.
- Cfr. Ibidem.
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