Manifesto per la liberazione di Maysoon Majidi 

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Maysoon Majidi, nome che in questi mesi risuona nelle cronache italiane, è una donna curda-iraniana impegnata nella lotta per la libertà, per i diritti e per l’autodeterminazione delle donne.

Il suo attivismo l’ha resa una figura scomoda per il regime iraniano, e la sua fuga verso l’Italia, avrebbe dovuto rappresentare una speranza, una via d’uscita dall’oppressione.

Eppure, oggi Maysoon si trova nelle carceri italiane, accusata di violazioni alle leggi migratorie.

Questo articolo si unisce a un grido collettivo per la sua liberazione, in difesa della dignità di una donna coraggiosa e per denunciare un sistema migratorio che, troppe volte, calpesta i diritti umani. 

Maysoon Majidi è una rappresentante potente del movimento delle donne iraniane, che ha partecipato a diverse manifestazioni e iniziative di resistenza civile che mirano a sfidare il regime teocratico e le sue restrizioni oppressive. Il suo attivismo si inserisce nel contesto delle battaglie per la parità di genere in un Paese dove i diritti umani sono sistematicamente violati.

Majidi si è concentrata su due temi principali: la libertà delle donne a disporre del proprio corpo e la lotta contro il codice di abbigliamento obbligatorio, ovvero quello di indossare il velo nei luoghi pubblici o in spazi semi-privati.

Attraverso manifestazioni pubbliche, conferenze clandestine e scritti distribuiti in segreto, ha cercato di diffondere consapevolezza sui diritti delle donne e incoraggiato una resistenza non violenta attraverso campagne di disobbedienza civile (1).

Maysoon Majidi è stata costretta a lasciare l’Iran per evitare l’arresto, dopo che le sue attività di protesta erano state segnalate dalle forze di sicurezza del regime.

In Iran, come in molti altri regimi autoritari, parlare apertamente contro il potere, organizzare proteste o anche semplicemente difendere i diritti umani può costare la libertà o addirittura la vita. Dopo aver perso il lavoro e sotto la minaccia di arresto, torture e pene severe, ha deciso nel 2023 di lasciare l’Iran (2).

Una volta giunta in Italia, però, Maysoon Majidi si è trovata prigioniera di un sistema burocratico che, anziché offrire protezione, ha criminalizzato la sua migrazione.

L’attivista infatti è attualmente detenuta con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, in base all’articolo 12 del Testo Unico sull’immigrazione, e nello specifico è accusata di essere una scafista della barca su cui è giunta in Italia. Le accuse contro di lei sono state sollevate da due compagni di viaggio, i quali in seguito hanno contattato l’avvocato di Maysoon per chiarire che non erano stati vittime di traffico, ma che avevano ricevuto assistenza dalla giovane attivista. Inoltre, hanno negato di averla mai indicata come la capitana dell’imbarcazione su cui viaggiavano (3).

Di fronte all’ennesima ingiustizia legislativa, Maysoon ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame, e le sue condizioni di salute in carcere stanno rapidamente deteriorando.

Ha perso 30 chili, soffre di insonnia, è costretta ad assumere continuamente psicofarmaci e manifesta frequenti attacchi di panico. La sua vita è gravemente a rischio se continuerà a essere detenuta in queste condizioni (4).

Le leggi migratorie italiane rappresentano un abominio per la dignità umana, poiché trattano la migrazione come un problema di ordine pubblico, anziché come una questione umanitaria.

Inoltre il nuovo disegno di legge approvato alla Camera con il numero 1660 e ribattezzato “Ddl Sicurezza” aggrava una situazione già complessa in materia di immigrazione, introducendo misure che colpiscono i migranti e limitano i loro diritti fondamentali. 

Una delle principali novità riguarda la criminalizzazione delle ONG impegnate nelle operazioni di soccorso in mare. Il decreto modifica il codice della navigazione per rendere più complesso il lavoro delle organizzazioni che salvano vite nel Mediterraneo, aumentando il rischio di criminalizzazione per chi partecipa a queste operazioni. Questo crea ulteriori ostacoli al soccorso delle persone migranti, scoraggiando l’intervento umanitario e mettendo in pericolo le vite di chi tenta di attraversare il mare in condizioni disperate ​(5).

Inoltre, il decreto impone restrizioni che colpiscono i migranti già presenti sul territorio italiano.

Ad esempio, l’acquisto di SIM telefoniche diventa più complicato, in quanto sarà necessario esibire il permesso di soggiorno per procedere. Ancora più grave è l’introduzione di nuove sanzioni per i migranti che protestano nei centri di detenzione amministrativa e negli hotspot. Chiunque partecipi a rivolte o manifestazioni all’interno di queste strutture può essere punito con pene severe, da uno a sei anni di reclusione, estese fino a venti anni se le proteste sfociano in violenza o causano feriti​ (6).

La storia di Maysoon Majidi è solo uno dei tanti esempi che dimostrano quanto questo sistema sia profondamente sbagliato.

La sua detenzione è una questione che non può lasciarci indifferenti.

È un appello urgente per una revisione delle politiche migratorie italiane ed europee, che dovrebbero essere fondate sull’accoglienza e sul rispetto dei diritti umani, anziché sulla criminalizzazione. Chiediamo giustizia per Maysoon Majidi e per tutte le persone che, come lei, si trovano intrappolate in situazioni di privazione e ingiustizia!

1) Cfr. L’assurda storia di Maysoon Majidi: scappata dal regime in Iran, in prigione in Italia con l’accusa di essere una scafista, L’Espresso, link: https://lespresso.it/c/attualita/2024/7/19/lassurda-storia-di-maysoon-majidi-scappata-dal-regime-in-iran-in-prigione-in-italia-con-laccusa-di-essere-una-scafista/51578

2) Cfr. Con Maysoon e Marjan, accusate di essere scafiste, Amnesty International, link: https://www.amnesty.it/con-maysoon-e-marjan-accusate-di-essere-scafiste/

3) Cfr. Le storie di Maysoon Majidi e Marjan Jamali e l’urgenza di riforme in tema d’immigrazione, Amnesty International, link: https://www.amnesty.it/le-storie-di-maysoon-majidi-e-marjan-jamali-e-lurgenza-di-riforme-in-tema-dimmigrazione/ 

4) Cfr. Maysoon Majidi, panico e insonnia: vita a rischio, Il manifesto, link: https://ilmanifesto.it/maysoon-majidi-ancora-in-cella-rischia-la-vita

5) Cfr. Ddl Sicurezza, un accanimento disumano contro i migranti, Micromega, link: https://www.micromega.net/ddl-sicurezza-un-accanimento-disumano-contro-i-migranti

6) Cfr. Cosa prevede il nuovo ddl sicurezza e perché colpirà chi ha già meno diritti, Internazionale, link: https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2024/10/01/ddl-sicurezza-cpr-carceri-proteste