“Ciao ChatGPT…”

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Il nostro quotidiano è stimolato ampiamente dalle nuove tecnologie, deve correre altrettanto veloce per stare dietro agli sviluppi odierni e l’intelligenza artificiale è una di queste.

Se fino a pochi decenni fa le domande trovavano risposta tramite le enciclopedie, ieri si utilizzava quella “santa Bibbia” denominata Wikipedia, al giorno d’oggi ChatGPT è il nostro nuovo guru: il nostro libro delle risposte, capace di instaurare un vero e proprio dialogo, di raccontarci barzellette o di memorizzare quelli che sono i nostri interessi e le nostre parole.

Eppure, l’intelligenza artificiale non dà solo risposte, ma arriva a creare immagini, tradurre testi, inventare canzoni e melodie; in particolar modo mi soffermerei sulla prima questione: fin dove si può spingere la nuova tecnologia?

Come saremo in grado di distinguere il vero dal fake

Un avvenimento spiacevole, quanto altrettanto di interesse discorsivo, è quello di una serie di immagini di nudo – il cosiddetto deep nude – che ha colpito sia Keira Knightley sia Rose Villain (1). Quest’ultima in particolare ha sporto denuncia circa quanto accaduto, ma la legge italiana non ha modo di tutelare come si deve le vittime di questa tipologia di abuso, diversamente da quanto accade con il revenge porn.

«I deep fake sono video o immagini create utilizzando l’AI per sostituire il volto di una persona con quello di un’altra, spesso in maniera così verosimile da risultare quasi indistinguibile dalla realtà […] I deep nude, invece, sono una sottocategoria di deep fake, consistente in immagini manipolate dall’AI con lo scopo di rimuovere gli indumenti di una persona, creando immagini finte e sessualmente esplicite. Questa tecnologia è stata utilizzata per realizzare immagini pornografiche di celebrità e di altre persone senza il loro consenso e appare chiaro come anche i deep nude possano essere utilizzati per scopi estorsivi o diffamatori.» (2)

Immaginate di accendere il pc o di ricevere un SMS scoprendo che le vostre foto intime sono sotto l’occhio di tutti, foto intime che nemmeno esistono, ma sono puro frutto dell’AI.

Lo scorso novembre è stato indetto l’AI Act, volto a regolamentare un corretto utilizzo di questa tecnologia e onde evitare un abuso simile.

È opportuno porre l’attenzione anche sulla divisione a livello giuridico tra corpo fisico e corpo elettronico:

«Sulla scena del mondo è così comparsa una nuova rappresentazione dei diritti, nella quale la vita vera fa sentire le sue ragioni e il corpo irrompe con tutta la sua fisicità, facendo apparire sbiadita una dimensione dei diritti riferita unicamente a un soggetto astratto, ad un individuo disincarnato.» (3)

Ora più che mai è importante tutelare sia l’individuo nella sua corporeità, rispettandone l’integrità fisica-psichica e vietando altresì gli usi mercantili del corpo, sia l’importanza di proteggere quelli che sono i dati sensibili della persona e la cosiddetta privacy.

Tuttavia questo non è bastato a limitarne l’uso, anzi:

«Il 2023 è stato un anno estremamente capillare per il sextortion (4) tra i minorenni. Nel mese di maggio, Save the Children ha pubblicato un articolo sul sextortion riportando i dati della Polizia Postale del 2022: 130 casi trattati di minorenni tra i 14 e 17 anni, inclusi maschi. Nell’agosto di quest’anno le segnalazioni sono state centinaia.» (5)

L’avvento dell’AI è stato indubbiamente rivoluzionario e chissà fino a che punto si spingerà ancora.

L’utilizzo che se ne può fare è molteplice: dall’esercitarsi con l’utilizzo delle lingue – con Duolingo c’è la possibilità difatti di “videochiamare” un avatar e parlarci – alla creazione di immagini per puro scopo goliardico o di marketing.

Tuttavia non tutte le persone ne carpiscono l’uso positivo che questa intelligenza può offrire e le donne molto spesso ne sono le vittime. 

La mercificazione della donna e il totale abbattimento del suo consenso trova a questo punto un nuovo e importante sbocco: una violenza psicologica e fisica che va tragicamente oltre la mera immaginazione, ma che trova una realtà fattuale che spesso ha portato anche alla morte dell’abusato.

Che si trattino di foto intime o di immagini ricostruite tramite innesti, esistono luoghi e – soprattutto – consensi per la loro trasmissione, perché se una donna volesse mostrarsi consapevolmente senza veli allora si può ricorrere a piattaforme come Only Fans, ove una persona sceglie razionalmente di portare la propria intimità alla mercé di tutti (anche se sotto compenso, pertanto c’è sempre una sorta di imbuto dal semplice appropriamento e fruizione). 

Non resta che affinare la nostra capacità di scindere il reale dal falso, con la speranza che anche la giustizia segua il giusto passo della tecnologia, ma in particolar modo che una migliore educazione sessuale prenda piede.

  1. https://www.fortuneita.com/2024/04/06/rose-villain-vittima-di-deepnude-ma-non-esiste-una-legge-specifica-che-punisca-il-reato/
  2. https://www.dlapiper.com/it-it/insights/publications/law-in-tech/deep-fake-e-deep-nude
  3. U. Eco, R. Fedriga, La filosofia e le sue storie. L’età contemporanea, Edizioni Laterza, Bari-Roma, 2018, pp. 611-612.
  4. Per Sextortion si intende l’utilizzo o l’appropriazione di immagini o video pornografici al fine di ricatto.
  5. https://alleyoop.ilsole24ore.com/2023/12/11/deepnude-contenuti-pornografici-creati-ai-sono-fuori-controllo/