Un materialismo queer è possibile 

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Esiste un’alternativa al capitalismo? E in che modo il pensiero queer può aprire la strada a questa possibilità?

Queste le domande alle quali risponde Federico Zappino in Un materialismo queer è possibile, una raccolta di interventi e di riflessioni che gravitano attorno a temi prettamente politici come l’identità, il riconoscimento, la disuguaglianza sessuale e sociale, la precarietà e la vulnerabilità.

La società in cui ci troviamo oggi appare caratterizzata da due fenomeni strettamente connessi tra loro: da un lato un’apparente apertura a nuove identità, tanto che si è portati a parlare di una realtà “post-gender”; e dall’altro, e in conseguenza di questo, dalla comparsa di istanze reazionarie e conservatrici che hanno fatto proprio del “gender” un baluardo di politiche autoritarie e antidemocratiche.

In questo panorama, sempre più polarizzato e generatore di idiosincrasie, appare più che mai urgente una nuova analisi, una riflessione in grado di poter dare luce e comprensione al fenomeno.

La particolare convivenza di queste spinte tra loro in contrasto porta il nostro sguardo verso un’analisi dei meccanismi dell’identità che, post-genderizzata o assolutizzata dallo spettro del gender, genera quelle che Zappino definisce soggettività impossibili

«Il punto, tuttavia, è che non è ben chiaro cosa accada allo sforzo spinoziano di perseverare nel proprio essere, se non siamo “riconoscibili”. Cosa accade se non esistono norme di riconoscimento che mi consentono di ambire alla riconoscibilità? Succede che […] divento un soggetto impossibile. Un soggetto radicalmente escluso, cioè, dal novero delle possibilità.»  (1)

Soggetto impossibile perché se, come sottolinea Zappino a partire dal pensiero di Judith Butler, dato che ogni soggetto è prima di tutto un soggetto sessuato, parlare di identità è sempre parlare di genere. Apparire nello spazio pubblico, divenire soggetti, in altri termini, non è un processo scevro da dinamiche di potere.

Semmai, sottolinea Zappino, è proprio qui che hanno origine disuguaglianze e gerarchie di possibilità: nella costruzione dell’identità.

Soggettività impossibili, quindi, sono tutte quelle che per essere riconosciute devono negoziare la loro esistenza attraverso quelle che Foucault definisce “politiche della verità” (2), ovvero dei paradigmi alla base dei meccanismi identitari, assunti come verità naturali, che portano con sé gerarchie di potere e subalternità. Ed è solo con un’analisi materialista e queer che è possibile operare una decostruzione dei meccanismi di potere che si celano nelle dinamiche del riconoscimento.

A muovere le riflessioni di Zappino, cioè, c’è la consapevolezza che la prospettiva queer e le sue istanze, così come tutte le sue riflessioni e le sue critiche, siano le uniche a svelare, in questa società capitalistica del “post-genere”, la necessità di uno strumento di presa decostruttiva.

Ed è in questa direzione che occorre un materialismo queer: materialismo che, come sottolinea Zappino, intreccia un dialogo con la riflessione queer non in continuità tematica, come già accade a declinazioni del pensiero marxista come il marxismo nero o il marxismo femminista, ma attraverso l’adozione di un approccio critico a tematiche e istanze proprie del pensiero queer.

«L’intento di una teoria del modo di produzione eterosessuale non è solo di contribuire a una maggiore e più precisa interconnessione tra la lotta anticapitalista e quella queer. Il suo vero intento è di inquadrare entrambe queste lotte, dal punto di vista teorico, in una prospettiva materialista che assuma la posizione strutturale del modo di produzione eterosessuale.» (3)

Ciò che in particolare si propone la prospettiva del materialismo queer è di abbracciare e accogliere le istanze della lotta al capitalismo e le istanze proprie delle lotte queer, nella consapevolezza di similitudini e meccanismi comuni, per individuare e decostruire i processi alla base della differenziazione e della disuguaglianza.

E in questo, molti sono i rimandi al pensiero di Judith Butler e alla sua teoria della differenza sessuale.

«Fare e disfare il genere affronta infatti insistentemente, e da varie prospettive, il problema del “riconoscimento” come luogo di produzione differenziale dell’umano.» (4)

Se «La trasformazione di ogni corpo in un genere binario è la prima forma di oppressione» (5), il capitalismo ne produce un’altra: adottando i meccanismi del binarismo di genere, crea soggettività oppresse, gerarchie di potere e disuguaglianze.

L’identità, allora, è sia il luogo di produzione delle disuguaglianza, ma anche la chiave per soggettività libere, e ciò è possibile solo attraverso politiche di decostruzione della disuguaglianza.

E dato che la discriminazione e le dinamiche di potere emergono e agiscono, performativamente, come direbbe Butler, a partire dal rendersi soggetti, decostruire è innanzitutto dis-assoggettarsi. (6)

«Teorizzare il modo di produzione eterosessuale significa delineare un’ontologia del sociale. Ciò significa che la società, nel suo insieme, è l’esito di questo modo di produzione[…]a partire da ciascuna sua singola, materica, componente. E nella misura in cui il modo in cui si fa società è improntato alla diseguaglianza, nelle molteplici forme che questa può assumere, la trasformazione sociale in un senso più egualitario e giusto non può che derivare dalla sovversione del suo proprio modo di produzione.»(7)

Un materialismo queer è possibile è un libro denso, ricco di concetti e di spunti teorici che fanno da perno e pilastro ad una nuova teoria politica e di genere. Le riflessioni e le basi teoriche esposte lo rendono sicuramente un caposaldo della filosofia politica queer italiana e nel mondo.

Con questo articolo vogliamo anche esprimere la nostra solidarietà al professor Zappino, docente di Filosofia politica e di Teorie di genere e queer presso l’Università degli Studi di Sassari per la tentata censura e gli attacchi ricevuti dal parlamentare Sasso.

Grazie Mimesis!

F. Zappino, Un Materialismo queer è possibile. e altri scritti politici, Mimesis, Milano, 2024

1. Cfr. F. Zappino, Un Materialismo queer è possibile. e altri scritti politici, Mimesis, Milano, 2024, p.38;

2. Ivi, p. 43;

3. Ivi, p.212;

4. Ivi, p. 59;

5. Ivi, p. 208;

6. Ivi, p. 99;

7. Ivi, Pp. 221-222.