La storia d’amore tra me e Chandra Livia Candiani comincia nel più banale dei modi. Sono in libreria e cerco un regalo per mia cognata in occasione della festa della mamma. Mi guardo in giro, sfoglio qualche autore che già conosco e d’un tratto m’imbatto in questo nome femminile. Prendo in mano il libro:
“E io, mamma?”
“Non c’eri”.
“Dov’ero io, mamma?”
“Non c’eri.”
“Dov’ero?”
“Dov’eri?”
“Dov’ero”.
“Nel mondo della luna eri”. (1)
Leggo qualche pagina: non è certo il testo più indicato per la festa della mamma, ma devo approfondire. Indulgente nei confronti di me stessa, mi concedo l’acquisto della raccolta di poesie, vado alla cassa e poche ore dopo mi ritrovo innamorata.
Chandra Livia Candiani è una poetessa italiana.
Nasce a Milano nel 1952 da famiglia di origini russe. Si iscrive a Filosofia, che le sembra “adatta per coltivare il pensiero che veglia sotto ogni poesia” (2) – ma, quarta e ultima figlia di una famiglia dolorosa, andata via di casa molto giovane, lavoratrice oltre che studente, non termina gli studi. Verso i trent’anni incontra in India la pratica della meditazione:
«Mi ha dato un contenitore e una sensibilità non più alla mercé degli altri, ma collegata a un centro di silenzio dentro di me e dentro gli alberi e gli animali, le rocce e le acque, dentro il mondo della vita, quel mondo che in città è quasi sepolto dal mondo dei ruoli e delle personalità, delle prepotenze». (3)
Silenzio, ascolto e simpatia.
La sua poetica ruota attorno a questi concetti fondamentali. La ricerca di senso e un amore smisurato per tutto ciò che sta attorno – che si traduce, nella sua vita personale, nella vocazione all’insegnamento: oltre a scrivere, tiene seminari di poesia nelle scuole elementari, nelle case alloggio per malati e senza tetto.
Livia Candiani è una donna minuta, dalla voce sottile.
A leggerla, ad ascoltarla, sembra di avere a che fare con una bambina – meravigliata da tutto e, quando impaurita, capace di rifugiarsi nel tepore del suo mondo interiore. Un mondo in cui gli oggetti quotidiani sono “consorti” (4), non solo strumenti.
Ricordo che da bambina, quando impilavo i bicchieri per riporli nella credenza, mi curavo sempre di non lasciarli soli – ma sempre a due a due. Li trattavo come se fossero animati, come se lontano dal mio sguardo potessero gioire e soffrire.
Quando leggo Livia Candiani, capisco l’importanza di quel gesto – la cura che solo i bambini sanno riservare alle cose. Vista dalla Luna, La porta, La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore, Fatti vivo. Il punto di vista è quello dell’infanzia: uno sguardo dal basso, un mondo popolato di oggetti quotidiani ma sempre simbolici. Il portone, gli scalini, la tazzina di caffè, il frigorifero. I vetri:
Noi siamo i vetri
Non c’è un dietro per noi
da cui poter guardare
parvenze di altri,
siamo rivolti a tutte
le intemperie
dell’anima e dell’aria
ragionevoli bufere famigliari
ostacoli invisibili di vento
morti impigliati nei fili
del discorso.
Da noi si versano gli sguardi
scivolando
sopra le barriere costruite contro l’amore,
sopra le case. (5)
Quotidianità e metafore, corporeità e linguaggio evocativo.
Il visibile e l’invisibile si accompagnano in un’infanzia che non è un’età, bensì un luogo assoluto: innocenza e meraviglia, impotenza e solitudine -l’origine del “silenzio abitabile di un poeta” (6), la carta bianca macchiata dall’inchiostro inevitabile dell’esperienza dolorosa, ferita.
«Mi piacciono dei versi del poeta Rumi che dicono che le ferite sono i modi in cui la luce riesce a entrare in noi. Quindi sono ferite, ma anche fessure, feritoie da cui la luce passa. E la poesia che piace a me è la poesia in contatto con la ferita ma anche con la luce che ci passa attraverso». (7)
Con le sue parole, Chandra Livia Candiani ci invita ad ascoltare il silenzio, il dolore – a vincere la paura del buio non accendendo la luce ma imparando a sostare nella luce stessa che dal buio promana.
(1) Vista dalla luna, Chandra Livia Candiani, 2019, Salani editore.
(2) 5 domande alla poetessa Chandra Livia Candiani, 2018, Alida Airaghi per sololibri.net. https://www.sololibri.net/intervista-Chandra-Livia-Candiani.html
(3) Ibidem.
(4) Chandra Livia Candiani a Romena. Lettura di poesie e intervista di Massimo Orlandi. https://www.youtube.com/watch?v=dC2lkNNA-y8
(5) Fatti vivo, Chandra Livia Candiani, 2017, Einaudi.
(6) Chandra Livia Candiani a Romena. Lettura di poesie e intervista di Massimo Orlandi. https://www.youtube.com/watch?v=dC2lkNNA-y8
(7) Chandra Livia Candiani Le Ferite, Psychiatry Italia Videochannel. https://www.youtube.com/watch?v=hBn7qoTIQgU
-
Carlotta Cossutta: politiche dei corpi parte I
18 Maggio 2020 -
Non solo un pazzo: Antonio Ligabue
17 Gennaio 2022 -
La meravigliosa vita dei filosofi
19 Luglio 2018
Filosofemme è un progetto che nasce dal desiderio di condividere la passione per la filosofia tramite la figura delle filosofe.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Privacy PolicyCookie Policy