Molti non sanno cosa sia, come il 64% di coloro che hanno risposto al mio questionario su Instagram; il restante ne ha invece sentito parlare, magari vivendolo loro stessi in prima persona. C’è chi lo definisce un «vuoto positivo» o una sorta di «catarsi», e chi invece vive «malinconia e tristezza profonde miste a serenità se il partner si dimostra gentile».
Stiamo parlando della postcoital dysphoria, anche detta post-sex blues, un disagio che si presenta di frequente dopo l’orgasmo, attraverso crisi di pianto, anche molto forti, o comunque sentimenti di grande tristezza, raggiungendo talvolta veri e propri stati di angoscia.
Le cause possono essere ricondotte al repentino ritorno alla realtà, dopo il raggiungimento del momento culminante con il piacere più alto.
Lo studio condotto dal dottor Robert D. Schweitzer, dalla psicologa Jessica O’Brien della scuola di Psicologia e Consulenza dell’Università del Queensland, in Australia, e dalla dottora Andrea Burri, del dipartimento di Psicologia dell’Università di Zurigo, hanno portato al progresso di questa indagine, evidenziandone le cause e le implicazioni che questo disturbo comporta.
Attraverso un questionario online distribuito nelle università australiane e su Facebook, il team di medici ha potuto raggruppare un buon numero di donne disposte a rispondere all’esperimento. Su un totale di 300 ragazze, 231 hanno completato tutte le domande. Parlando di percentuali, il 46,2% ha segnalato di aver vissuto questa disforia almeno una volta in tutta la sua vita, mentre il 5,1% nelle ultime quattro settimane.
Uno studio analogo condotto dal dottor Brian Bird e colleghi sugli aspetti correlati alla disforia coitale – in particolar modo in soggetti che in passato hanno subito abusi sessuali – ha rilevato, invece, che il 32,9% delle donne esaminate ha provato malinconia, profonda tristezza, ansia e agitazione dopo il coito, alcune in maniera frequente e altre invece meno, ma provando tutte questa esperienza.
Non vi sono risultati certi scaturiti da queste indagini, sebbene sia stato comunque possibile delineare le maggiori cause: una è da ricondurre alla fisiologia umana e l’altra alla psiche.
Per quel che concerne la prima, si tratta del livello di endorfine e ossitocina, ormoni del benessere, i quali calano bruscamente subito dopo l’orgasmo. Dal punto di visto meramente psicologico, invece, quando si vive un’esperienza sessuale, le emozioni che si scatenano sono così intense che il dopo si esplica come la rottura di tale gioia, provocando al contrario una grande malinconia: l’esplosione, dunque, di una grande felicità che scema progressivamente al termine del rapporto.
Le lacrime possono semplicemente essere la nostra manifestazione di queste emozioni, non necessariamente frutto di tristezza, ma un vero e proprio sfogo di gioia (d’altronde si può anche piangere di felicità).
Il culmine del piacere, e di conseguenza la fine dell’atto sessuale, può comportare un naturale senso di abbandono, di perdita nei confronti del nostro partner.
Anche se lì presente, può comunque essere percepito (in maniera del tutto inconscia) come un distacco dal corpo e da quel legame del tutto speciale che si viene a instaurare durante il sesso: la totale e completa unione di due corpi, dapprima estranei e ora un solo uno.
Altrettanto importante è, inoltre, l’autostima della stessa donna, la confidenza che ha con il suo corpo e l’ansia che si può accumulare circa la prestazione del primo rapporto, ma anche nei confronti dei successivi. Se si ha una percezione distorta di sé, del proprio essere e della propria capacità sessuale, il rapporto diventa sempre più complesso, comportandone insicurezze e incomprensioni all’interno della coppia.
Sono certamente numerosi gli aspetti coinvolti: la realtà che piomba immancabilmente al termine del rapporto e che ci desta dall’“estasi sessuale”, la possibilità che lo stesso atto non coincida con le nostre aspettative o con quelle del partner e molti altri ancora, tutti indubbiamente molto soggettivi.
È importante sottolineare che anche gli uomini possano soffrire della disforia post-coitale, sebbene in numeri decisamente minori.
Secondo uno studio pubblicato nel Journal of Sex & Marital Therapy, condotto nuovamente dal dottor Schweitzer e dal suo team e riprodotto su un campione di 1200 uomini, il 41% di questi ne ha avuto esperienza almeno una volta in tutta la sua vita, il 20% in maniera regolare dopo quasi tutti i rapporti.
Le caratteristiche del fenomeno sono comuni sia a maschi, che a femmine, sfociando anche in rabbia e frustrazione, «which is often the way men show what they are feeling», così come vengono definite dalla dottora Kristie Overstreet, sessuologa e psicoterapeuta americana. Anche le lacrime possono susseguirsi all’atto, distruggendo lo stereotipo della donna più emotiva quando in ballo ci sono i sentimenti.
Quali sono le soluzioni a questa disforia?
Per quanto riguarda il partner: sicuramente si tratta di non fraintendere le lacrime come frutto di una negativa performance (che tuttavia può anche succedere), ma accompagnare questi momenti con la maggiore dolcezza e comprensione possibile, affinché il distacco sia comunque positivo. Il partner non si deve innanzitutto sentire in imbarazzo e a disagio durante questi momenti di sfogo, giacché del tutto naturali. Queste sensazioni di malessere hanno una durata limitata, di circa qualche minuto; un dolore probabilmente più comune di quanto si pensi e risolvibile con lo stesso amore che dopotutto lo ha provocato.
Fonti:
https://www.focus.it/scienza/salute/perche-capita-di-piangere-dopo-il-sesso
https://medicinaonline.co/2016/09/02/perche-le-donne-piangono-dopo-aver-fatto-lamore-le-cause-della-depressione-post-coitale/
https://www.mindbodygreen.com/articles/male-post-coital-dysphoria-men-get-emotional-after-sex
https://www.smoa.jsexmed.org/article/S2050-1161(16)30002-2/pdf
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