L’orfismo è il più grande fenomeno religioso di carattere mistico che si affacci alla Grecia del sec. VI, in quel secolo così importante per la storia religiosa del mondo, giacché in esso vediamo sorgere Confucio e Lao-Tse in Cina, il Buddha nell’India, Ezechiele tra gli Israeliti, Zarathustra nell’Iran, Pitagora tra gli Elleni”. Così introduceva la trattazione dei misteri orfici nel suo testo: “Le religioni misteriosofiche del mondo antico” del 1923 (p. 35) lo studioso Nicola Turci, sottolineando come quel periodo, così importante per la storia dell’umanità, fu anche per la Grecia ricco di trasformazioni politiche e sociali, segnando la fine del così detto ‘medioevo greco’. Tale, ‘epoca di mezzo’ si colloca infatti tra il venir meno delle antiche monarchie descritte da Omero e l’avvento di forme democratiche di governo, come quella ‘paradigmatica’ di Atene. In un’epoca di convulse e drammatiche trasformazioni, di violenze sanguinarie, di regimi tirannici, l’orfismo sembrò voler richiamare gli spiriti più sensibili al tema della vita morale e spirituale come unico saldo fondamento per una società pacificata e per dare all’uomo speranze oltremondane.

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