Universalismo, diritto inclusivo, eguaglianza.
Questi termini di cui oggi si parla spesso assumono tutta un’altra luce sotto il faro accecante del testo di Anna Simone, Angela Condello e Ilaria Boiano, dove giurisprudenza, filosofia e sociologia si uniscono per analizzare molto più da vicino sviluppo e futuro delle richieste di un movimento sempre più coinvolgente.
Diritto – Diritti – Giustizia,
Differenza – Eguaglianza,
Sesso – Sessualità – Riproduzione,
Cittadinanza – Frontiere,
Devianza – Questione criminale – Sicurezza,
Vittima – Vittimologia – Vulnerabilità.
Questi sono i macrocapitoli dell’importante e ben strutturata analisi che propone questo libro, dove vengono messi in discussione i concetti a cui ormai siamo abituate e abituati; quelli che magari ci sembrano pure rispettare e soddisfare i nostri desideri di libertà.
È proprio a partire dal concetto di libertà, filo rosso delle richieste di battaglie femministe, che si sviluppa la riflessione sul rapporto con la giurisprudenza.
Il diritto è omologatore, aggregatore, egualitario; il femminismo si pone in antagonismo all’eguaglianza che anestetizza la soggettività delle situazioni e dei soggetti.
È dunque impossibile sviluppare un femminismo giuridico che rispetti la singolarità di ogni donna in quanto tale?
Ma soprattutto, la libertà richiesta dalle donne non è forse in contrasto con l’impianto normativo stesso che stabilisce chi autorizzare all’ingresso del riconoscimento giuridico?
Uno dei tanti problemi che insorge nel correre della storia è il riconoscimento di uno stato di diritto di alcuni aspetti prima del riconoscimento civile dell’esistenza di una libertà femminile, rendendo così vani tutti gli sforzi normativi richiesti e fatti. Ne è un esempio la legge 194/78 sull’aborto, tanto agognata ma piena di compromessi e che comunque fatica ancora oggi a essere accettata socialmente a causa dello stigma sulla pratica stessa.
Fare un’analisi del rapporto critico tra diritto e femminismo non significa solo questo.
Significa anche tenere ben presente la storicità di questa difficile relazione, della nascita della polis e del diritto penale, quando le donne erano vere e proprie outsider oppresse e accusate quando fuori dal tracciato del canone maschile che quindi ne giudicava i comportamenti “inglobandole”.
Con un’analisi lucida e una ricca bibliografia, vengono citati i nomi più importanti che hanno contribuito e fatto la storia in questo campo, dalle storiche Wollstonecraft e De Gouges alle più recenti Gianformaggio, Pitch, Niccolai e Cigarini, protagoniste della seconda parte del libro.
Il testo che queste studiose ci propongono è una piccola perla, un promemoria sull’avere sempre uno sguardo critico verso il mondo, verso i semplici rapporti tra parti, un vademecum per non accettare sempre tutto passivamente come una conquista verso la propria autodeterminazione, per porsi sempre “dall’altra parte”.
(1) pp. 44-48
A. Simone, I. Boiano, A. Condello, Femminismo Giuridico. Teorie e problemi, 2019, Mondadori Education, Milano.
Grazie a Mondadori Education!
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