Scegliere il presente: meditare con Charlotte Joko Beck

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Agli inizi di ottobre, con le recensioni del venerdì, vi avevamo presentato Le avventure della Filosofia. Racconti e domande per menti audaci (Edizioni Sonda, 2019).

Il libro (vi lascio qui il link per recuperare l’articolo) mostra come la Filosofia è di tutte e tutti e deve essere per tutte e tutti, «anche per chi “addetto ai lavori” non è: per stupirsi ancora di sé e delle idee che compongono noi e il mondo in cui siamo immerse e immersi» (1).
La bellezza del volume è sicuramente nel tema che tratta ma anche, a mio parere, nella scelta di filosofi e, soprattutto,  filosofe per comporre una nuova idea di Filosofia. 


Iniziano a vedersi libri per bambini con pensatrici femminili; le donne iniziano a essere inserite nella storia anche se ancora non è rappresentativo della realtà.


Vediamo, però, una che mi ha particolarmente colpito del libro: Charlotte Beck, meglio nota come Charlotte Joko Beck. 

Charlotte Joko Beck nasce nel 1917 a New Jersey, si dedica alla musica presso il Conservatorio di Oberlin, in Ohio, e lavora per qualche tempo come pianista e insegnante di pianoforte. Dopo la separazione dal marito lavora come insegnante, segretaria e assistente in un dipartimento universitario.

È solo all’età di 40 anni che si avvicina alla pratica Zen, diventando allieva di Hakuyu Taizan Maezumi (2) a Los Angeles, successivamente di Hakuun Yasutani (3) e Soen Nakagawa (4). Beck riceve la trasmissione del Dharma da Taizan Maezumi Roshi nel 1978, ma rompe i rapporti con il suo maestro e apre lo Zen Center (5) a San Diego nel 1983, prestando servizio come insegnante principale fino a luglio 2006. 


Beck è stata responsabile di una serie di importanti innovazioni nella dottrina Zen: nei suoi insegnamenti, infatti, include anche la psicologia, tanto da educare i suoi studenti a lavorare con i loro stati psichici attraverso uno stato meditativo. 


Nel 1995 Joko fonda a Sydney la Ordinary Mind Zen School, una rete di centri Zen diventata importantissima a livello internazionale.

Nel 2006, però, Beck revoca la trasmissione del Dharma da due studenti senior: Ezra Bayda ed Elizabeth Hamilton, affermando che lo Zen Center di San Diego, di cui sono responsabili e a cui era affidato l’essenza del pensiero di Beck sullo Zen, non rappresenta più il suo insegnamento.  

Sempre nello stesso anno, Beck si trasferisce a Prescott, in Arizona, continuando a insegnare fino alla fine del 2010. 

Muore il 15 giugno 2011 all’età di 94 anni, dopo aver dato un forte sviluppo allo «Zen occidentale, rigoroso e disciplinato ma anche idoneo al temperamento e al modo di vita di una cultura tanto diversa da quella orientale» (6).

Nel libro, facciamo la sua conoscenza attraverso il racconto Il cuoco laborioso, in cui grazie all’incontro tra Dōgen e il cuoco Lu, entriamo in contatto con due temi importanti del pensiero di Beck: l’identità e l’adesso. Vediamo meglio.

Il tema dell’identità è il baluardo del “io sono io” e si intreccia con il tempo: in altri termini per Beck nessuno è come me, o meglio nessuno è me e solo io posso fare il mio percorso, solo io posso vivere la mia vita, solo io posso scegliere come viverla. Un concetto che potrebbe sembrare forse banale ma oggi, abituati a vivere le vite degli altri tramite i social network, non è così scontato. Io posso e sono me solo adesso solo se rimango nel presente e lo vivo appieno. 


Sembra semplice rimanere nel presente, eppure riusciamo a farlo solo per pochi secondi. Per questo è necessario meditare, come ci suggerisce Beck.


Meditare vuol dire stare seduti e osservare e vivere il flusso dei nostri pensieri. Ancorati all’idea di essere noi qui e ora ci permette di vivere il miracolo del presente, ovvero scoprire la nostra essenza e la nostra natura.

Io sono chi sono ora e questo vuol dire scegliere di vivere nel presente. Una scelta che si fa istante dopo istante e porta l’attenzione su di noi e sulla nostra responsabilità: tutto dipende da noi, sia in quello che viviamo come bene e sia in quello che viviamo come male. Di fronte a qualsiasi esperienza dobbiamo osservare chi siamo, essere attenti, presenti… vivere davvero.

Buona lettura!


Le avventure continuano offline qui, e online tutti i mercoledì su Filosofemme!

(1) https://www.filosofemme.it/2019/10/04/le-avventure-della-filosofia/;
(2) Hakayu Taizan Maezumi (Giappone, 1931-1995), abate del centro zen di Los Angeles, è stato un’influenza fondamentale per la crescita del buddismo zen negli Stati Uniti;
(3) Hakuun Yasutani Roshi (Giappone, 1885-1973) è stato il fondatore e il primo abate di Sanbo-zen, che è una fondazione religiosa zen-Buddhista;
(4) Soen Nakagawa (Taiwan-Giappone, 1907-1984) è stato un maestro buddhista giapponese di origine taiwanese. Ebbe un grande impatto sullo zen come è stato praticato nel XX secolo, sia in Giappone che all’estero;
(5) Lo Zen Center sin dalla sua fondazione ha fornito gli insegnamenti e la pratica del buddismo zen a tutti coloro che decidevano di intraprendere questo percorso. La loro missione è quella di sostenere i partecipanti nella pratica del cammino del risveglio per vivere più pienamente con gentilezza, compassione e apprezzamento;
(6) https://www.palermomania.it/news/societa-arte-cultura/scrittori-e-morta-charlotte-joko-beck-pioniera-americana-dello-zen-28802.html.

Bibliografia:

B. O’Donoghue, Le avventure della Filosofia. Racconti e domande per menti audaci, ill. P. McGloin, trad. D. Di Lisio, a cura di L. Caffo, Milano, Edizioni Sonda, 2019.

Sitografia:

http://zencentersandiego.org/
https://www.palermomania.it/news/societa-arte-cultura/scrittori-e-morta-charlotte-joko-beck-pioniera-americana-dello-zen-28802.html

Immagini fornite da Edizioni Sonda