Riflettendo sulla mia educazione sessuale mi rendo conto che è giunta in maniera alquanto approssimativa e soprattutto tardi. A scuola, durante il periodo delle medie, abbiamo avuto modo di assistere a una lezione proposta dalla nostra insegnante di matematica e scienze, nonché donna della vecchia guardia dall’età di sessant’anni. Di quella lezione ricordo davvero ben poco, se non che le donne non dovrebbero essere disturbate durante il ciclo mestruale e dunque di dar loro modo di non essere tediate con richieste di rapporti. Non c’è stata nemmeno la fatidica scena della banana e del preservativo, o almeno non che io ricordi.
Se penso alle medie rammento il mio terrore nei confronti del sesso, la mia totale ignoranza in merito ai genitali maschili, ma soprattutto femminili.
Si sentiva parlare della masturbazione maschile, ma quella femminile non era mai contemplata, nemmeno all’interno della mia cerchia di amiche. Il battesimo l’ho avuto alle superiori, quando ho iniziato a sentir parlare di vibratori, ma mi chiedevo il senso del loro uso, specialmente se sei fidanzata, non capendo completamente perché allora le donne dovessero ricorrere a quello oppure alla masturbazione manuale: non è una sorta di “tradimento” nei confronti del proprio partner? Non è una cosa imbarazzante? Non è, addirittura, “schifoso” toccarsi?
Se tutto questo mi convinceva senz’altro sul lato della mia sessualità, dall’altro mi faceva sentire incompleta e ipocrita in quanto volevo essere diversa dai miei genitori, distaccata rispetto ai quei dogmi antichi sul sesso dopo il matrimonio, sul sesso finalizzato solo a procreare e sul sesso in generale come tabù, figurarsi poi per l’atto della masturbazione.
Questo bigottismo si è scontrato quotidianamente con il desiderio di libertà e di una visione migliore della sessualità, perché mi sono resa presto conto che nei confronti di essa ho sempre avuto un rapporto di amore-odio: di piacere ma anche di vergogna.
Eppure l’autoerotismo è stato una grande conquista, sia nell’universo femminile sia in quello maschile, perché comporta il pieno possesso di sé, dell’auto-bastarsi.
Non è necessaria la presenza dell’altro per raggiungere il piacere, ma abbiamo tutto ciò che ci serve da noi. Ovviamente farlo in due – o in tre che dir si voglia – è un’esperienza diversa, che può appagare maggiormente così come in egual modo al “fai-da-te”, ma il solo fatto di sapere e avere coscienza di avere a disposizione già da noi il piacere è senza dubbio un aiuto alla nostra visione generale circa la propria persona, come entità autonoma, una mela di per sé completa e che non ha bisogno per forza dell’altro, tanto meno per godere.
Solo il 47% delle donne italiane ammette di masturbarsi, al contrario della popolazione maschile che tocca il 99% (1): sentirete più spesso parlare un ragazzo circa l’autoerotismo, piuttosto che una ragazza, anche all’interno della sua cerchia di affetti. Questo non vuol dire assolutamente che tra l’uomo e la donna il primo sia il più voglioso all’interno di una coppia e di conseguenza più indotto a praticare l’autoerotismo (così da soddisfare quei bisogni che si presuppongono essere squisitamente maschili) (2), bensì non fa che evidenziare un vero e proprio gender gap attorno all’argomento.
Esso si manifesta a livello culturale, inducendo la donna a ridurre la masturbazione a un argomento segreto e a una pratica vergognosa, ed elevando invece l’uomo a essere indipendente nella ricerca del piacere.
Hélène Cixous, filosofa e femminista francese, ne parla nel suo celebre volume Le rire de la Méduse (La risata della Medusa), pubblicato nel 1975. In questo volume la scrittrice si sfoga a proposito dell’écriture féminine (la scrittura femminile) come sfida al fallocentrismo e pratica all’interno della quale il corpo della donna ha un ruolo essenziale. Vivere la fisicità in tutte le sue forme, attraverso per esempio la masturbazione, così da trovare l’energia essenziale per esprimersi nella scrittura, liberando il corpo dalle costrizioni della mente e della società. (3)
La segretezza con la quale la donna si dedica alla scrittura tale e quale a quella con cui pratica l’autoerotismo:
«Siamo state allontanate dai nostri corpi, insegnandoci con vergogna a ignorarli, a colpirli con quella stupida modestia sessuale […] Perché poche donne hanno riconquistato i loro corpi. Le donne devono scrivere attraverso i loro corpi, devono inventare un linguaggio inespugnabile che affondi le partizioni, le classi e retoriche, le regole e codici, devono immergersi, tagliare e andare oltre gli ultimi discorsi-inversi.» (4)
Maggio è il mese dell’autoerotismo, una celebrazione internazionale che risale al 1995 e di cui solo ora probabilmente veniamo a conoscenza (5).
Eppure, la masturbazione in generale non andrebbe demonizzata, giacché rappresenta uno degli istinti più insiti in noi, senza contare i numerosi benefici che questo comporta: combattere i crampi mestruali, rafforzare il sistema immunitario, migliorare il sonno, alleviare lo stress e migliorare la relazione di coppia e la propria self-confidence, nonché conoscenza della nostra anatomia e di ciò che ci piace a livello sessuale. (6)
Nella cultura pop se ne parla tranquillamente, cercando così di alleggerire lo stupore e il disagio attorno a questo argomento. Per citare alcuni titoli: Grace & Frankie, Sex education, Orange is the new black, Sex and the city, Tredici e Master of sex.
La donna necessita di una rivoluzione che colpisca non solo il piano linguistico o lavorativo, ma anche quello sessuale.
Sono numerosi i tabù che il mondo femminile deve combattere e tentare di demolire ogni giorno, ma è altresì importante constatare quanto il dibattito circa l’autoerotismo stia pian piano prendendo piede, facendo cedere l’impalcatura di silenzio e vergogna che fino ad ora ha investito la sessualità. Perché in fin dei conti: «Chi fa da sé fa per tre»!
(1) https://iissweb.it/sexlog/masturbazione-femminile-ancora-un-tabu/
(2) In un articolo di Frammentirivista.it si parla addirittura di un differente desiderio sessuale tra uomo e donna, in quanto per il primo il membro è propenso verso l’esterno, a differenza della conformazione interna femminile, inducendo dunque ad una stimolazione più immediata e meno “invasiva”. https://www.frammentirivista.it/perche-donne-masturbazione-ancora-tabu/.
(3) Il libro del femminismo. Grandi idee spiegate in modo semplice, AA. VV., Milano: Gribaudo, 2019, p.185.
(4) Traduzione mia dalla seguente citazione: «We’ve been turned away from our bodies, shamefully taught to ignore them, to strike them with that stupid sexual modesty; we’ve been made victims of the old fool’s game: each one will love the other sex [… ] Because so few women have as yet won back their body. Women must write through their bodies, they must invent the impregnable language that will wreck partitions, classes and rhetorics, regulations and codes, they must submerge, cut through, get beyond the ultimate reverse-discourse.» http://employees.oneonta.edu/farberas/arth/ARTH_220/cixous_medusa.htm.
(5) https://www.kondom.it/blog/maggio-mese-della-masturbazione/.
Immagine di copertina: Egon Schiele, Donna seduta 1913. La presente immagine tratta dal sito qui indicato sembra essere attualmente di pubblico dominio. La redazione rimane tuttavia a disposizione delle/degli eredi per chiarimenti riguardo l’utilizzo della presente, che in ogni caso non costituisce un uso commerciale.
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