Si parla spesso di chi sono i padri della filosofia e, nello stilare tale elenco, non si può certo evitare di includere Socrate, se non altro per l’impronta indelebile che ha lasciato su Platone e sul suo modo di intendere il filosofare.
Il leggendario filosofo ateniese è un personaggio larger than life: definito dall’Oracolo l’uomo più saggio, Socrate afferma di esserlo solo perché, al contrario degli altri, è consapevole della propria ignoranza. Celebre per aver infastidito i propri concittadini con l’insistenza di un tafano a furia di domande scomode, quando viene condannato a morte proprio dalla città che ama, il filosofo rifiuta di lasciarla e accetta con apparente serenità le conseguenza fatali delle sue azioni.
Questo è il Socrate che conosciamo soprattutto tramite i dialoghi platonici, dei quali il maestro è protagonista indiscusso.
Ma chi era davvero Socrate? Quale uomo si cela dietro al mito?
Questa è la domanda che si è posto Armand d’Angour nel suo Socrate innamorato, un libro che si propone di indagare la giovinezza perduta del grande filosofo e scoprire come un ragazzo ateniese non diverso da molti altri per estrazione e esperienza sia diventato uno dei filosofi più importanti, proiettando un’ombra che, nel bene e nel male, è onnipresente.
Attraverso una serie di capitoli tematici, d’Angour ci conduce in un viaggio alla riscoperta non solo di Socrate, ma anche degli altri celebri protagonisti dell’Atene del tempo, da Alcibiade ad Aspasia, da Pericle a Protagora. Facciamo così la conoscenza di un giovane Socrate dal carattere irrequieto, forse molto simile proprio ad Alcibiade, e lo vediamo nella veste inedita di soldato ed eroe durante la Guerra del Peloponneso, scoprendone tratti che ci portano finalmente a superare l’immagine monolitica di maturo uomo tutto improntato al pensiero e per nulla all’azione.
Un posto speciale nel testo è dedicato all’analisi della figura di Aspasia, una delle donne più chiacchierate e calunniate dell’antichità, il cui ruolo di pensatrice e interlocutrice nella vita di personaggi come Socrate e Pericle è stato troppo a lungo liquidato come secondario o ancillare.
D’Angour ipotizza che tra Aspasia e il filosofo sia nato un amore che, sebbene mai sbocciato in una relazione vera e propria, abbia dato origine ad una relazione filosofica così intensa da porre le basi per il personaggio di Diotima, celebre maestra d’amore invocata da Socrate nel Simposio platonico.
A metà tra la ricerca storica e il racconto, il testo di d’Angour offre una prospettiva inedita su una figura della quale abbiamo spesso l’impressione errata di aver già detto e scoperto tutto.
Grazie a Utet!
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