The last duel

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The last duel

«The truth does not matter, there is only the power of men.» (1)

Questa frase, detta da Nicole de Carrouges alla nuora Marguerite, riassume in sé le tematiche fondamentali di The Last Duel: la verità, il potere e le relazioni che intercorrono tra questi due elementi

Cominciamo dalla verità. L’ultimo film di Ridley Scott si basa in effetti su una storia vera, quella dell’ultimo duello legale della storia della Francia. Nel 1386 Jean de Carrouges e Jacques Le Gris si affrontarono in un “giudizio di Dio”, una particolare procedura giuridica usata per risolvere controversie e basata sull’idea che, in un duello all’ultimo sangue tra i due contendenti, Dio avrebbe assistito quello che era nel giusto facendolo trionfare sull’avversario

Nel caso in questione, l’accusa è quella di stupro ai danni di Le Gris mossa da Marguerite, moglie di de Carrouges, rispetto alla quale Le Gris si dichiara completamente innocente. Il film, che inizia e finisce proprio con il duello tra i due, si prende tutto il tempo che serve per mostrarci come sono andate le cose, ripercorrendo le vicende che hanno portato allo stupro dai tre distinti punti di vista dei personaggi principali (de Carrouges prima, Le Gris in seguito e, finalmente, Marguerite). 

Un film che parla di una storia vera, dunque, ma che ha anche al suo centro il problema della ricerca della verità fattuale: in assenza di testimoni e prove concrete, l’accusa di Marguerite rientra in un tipico caso he said, she said, dove ciò che conta sono le versioni dei fatti: la sua e, opposta, quella di Le Gris.


Ed è qui che il tema della verità si intreccia a quello del potere.


Marguerite e Le Gris sono infatti due soggetti che occupano posizioni molto diverse all’interno del tessuto sociale in cui vivono: mentre Marguerite è una donna, la cui unica qualifica sociale è essere la moglie (e quindi la proprietà) di de Carrouges, Le Gris è un cavaliere ben voluto e protetto dal suo feudatario; è un uomo in una società patriarcale che gli riconosce lo status di persona negato invece alle donne. Lo stesso stupro è infatti considerato non un crimine contro la vittima, ma contro il proprietario della vittima (in questo caso, il marito) che, avendo subito un danno alle sue proprietà e, di conseguenza, al suo onore, è l’unico a cui viene riconosciuta la capacità giuridica e materiale di riportare giustizia attraverso il duello.

C’è dunque un evidente sbilanciamento di potere tra vittima e stupratore, che si inserisce all’interno di un sistema dove il potere è gerarchico, personale e invariabilmente maschile. Non è previsto che le donne si ribellino, perché esse non sono concepite come soggetti agenti. Quando ciò avviene, è innanzitutto la donna stessa a pagare un prezzo altissimo, come Marguerite scoprirà lottando per ottenere giustizia. Le donne, in questa società, sono proprietà degli uomini, e ciò si riflette anche nel modo in cui i fatti che hanno ispirato il film sono stati tramandati attraverso la documentazione storica.


Gli autori e l’autrice (Ben Affleck, Matt Damon e Nicole Holofcener) hanno infatti sottolineato (2) come sia stato relativamente semplice reperire documentazione storica sugli avvenimenti in questione finché si parla di quanto detto e fatto dai due protagonisti maschili, mentre è stato necessario inventare sostanzialmente tutto il punto di vista di Marguerite: nonostante fosse la persona più coinvolta negli eventi, non c’erano fonti da consultare per ricostruire la sua attività e il suo punto di vista (3). 


A questo proposito, Affleck e Damon hanno dichiarato che per loro, come autori e produttori del film, era fondamentale mostrare che in questa vicenda non assistiamo alle azioni di un singolo uomo malvagio, ma all’attuazione di un intero sistema costruito sull’oggettificazione della donna e sulla cavalleria che, mentre dichiara di avere lo scopo di proteggere e tutelare le donne, in realtà nega la loro umanità e le relega al ruolo di oggetti. Il problema non è dunque soltanto lo stupro commesso da Le Gris ma, nelle parole di Damon, «The system has been raping this woman for her whole life.» (4) 

Il film si pone dunque l’obiettivo di restituire a Marguerite la natura di soggetto agente e di persona la cui esperienza del mondo è valida e il cui punto di vista sulla vicenda è quello a cui prestare orecchio. De Carrouges e Le Gris sono chiaramente dei narratori non affidabili: il loro punto di vista su ciò che accade è filtrato dai valori cavallereschi di cui sono portatori e dai quali è informata la loro visione della realtà. 

La scena dello stupro, che vediamo prima con gli occhi di Le Gris e poi con quelli di Marguerite, è il fulcro attorno al quale ruota tutta la narrazione e ci appare per quello che è: una violenza a cui è difficile assistere senza sentirsi a disagio, priva di elementi romanticizzanti o volti a renderla meno spiacevole per il pubblico. 


Lo stesso vale per il duello finale tra i due uomini che, in antitesi con il canone dei film cavallereschi, non ci appare come uno scontro epico dove bene e male si danno battaglia.


Quello a cui assistiamo è uno sfoggio di violenza che, anche grazie all’innegabile maestria di Scott nel gestire questo tipo di scene, ci si mostra come crudo e fine a se stesso. Nonostante la posta in palio sia altissima, anche e soprattutto per Marguerite, il duello e il suo epilogo lasciano nel pubblico un senso di incompiutezza, proprio perché la risoluzione di questa specifica vicenda non intacca il sistema patriarcale in cui essa avviene

Per questi motivi, The Last Duel è un film che, pur non essendo l’opera definitiva in tema di femminismo, è sicuramente degno di apprezzamento. Rinuncia alla divisione manichea in cavaliere bianco e cavaliere nero per mostrare gli aspetti problematici di un sistema socio-culturale di cui l’Europa oggi è ancora l’erede e restituisce agency e voce alle donne senza adottare nei loro confronti un atteggiamento paternalistico. La riflessione su verità e potere operata in questo film è di certo molto attuale (impossibile non accostare le tematiche trattate con il movimento Me Too) ma non forzatamente attualizzata. 


The Last Duel ci ricorda molto efficacemente che il nostro presente è figlio del Medioevo e che forse non se lo è ancora lasciato del tutto alle spalle. 








(1) In italiano: La verità non conta, esiste solo il potere degli uomini. È da notare però che nell’adattamento dei dialoghi nella versione italiana del film la frase è stata resa con “Non esistono i diritti, esiste solo il potere degli uomini”.

(2) Riferimenti e citazioni degli autori e dell’autrice sono tratti da https://www.youtube.com/watch?v=8YBqDyGithE

(3) Affleck e Damon hanno chiesto a Holofcener di unirsi al film proprio per scrivere il punto di vista di Marguerite, onde evitare di comportarsi proprio come de Carrouges e Le Gris e vedere la donna al centro della storia soltanto dal loro punto di vista maschile. Anche Jodie Comer, l’attrice che interpreta Marguerite, è stata coinvolta nella stesura del personaggio al fine di renderlo il più autentico possibile.

(4) In italiano: Il sistema ha stuprato questa donna per la sua intera vita.


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