Un mondo oltre il genere

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Paul B. Preciado è unə filosofə spagnolə che si occupa di teoria queer e studi di genere. Preciado è natə con il nome di Beatriz e il genere assegnatogli è stato quello femminile, ma nel 2014 ha annunciato di aver intrapreso un percorso di transizione verso il genere maschile e ha adottato il nome di Paul. Nonostante ciò, ha conservato Beatriz, il suo dead name, come secondo nome (la B. sta appunto per Beatriz). Questi fatti biografici meritano la nostra attenzione, perché si intrecciano in modo indissolubile alla filosofia di Preciado

Questo è infatti unə autorə che vive sulla propria pelle le tematiche che nutrono il suo pensiero, e ciò che pensa non è mai soltanto teoria ma anche pratica di vita e di costruzione dell’identità. Il fatto che Preciado abbia scelto di non cancellare il suo nome femminile ci consente di introdurre il centro del suo pensiero filosofico: Preciado non è soltanto criticə nei confronti del binarismo di genere, ma critica qualsiasi categoria creata per descrivere identità e comportamenti sessuali come qualcosa di collettivo, non soggettivo, non individuale. 


Nel suo testo fondamentale, Manifesto controsessuale (2000), Preciado sostiene la tesi della irriducibile molteplicità dei sessi, dei generi e delle sessualità.


Questa molteplicità non può essere rappresentata efficacemente da un sistema di categorie, perché ogni volta che questo viene fatto si finisce per dare impropriamente solidità, esclusività e permanenza a qualcosa che è per sua natura fluido, mutevole e molteplice. Preciado paragona i sessi alle lingue: se ne possono parlare molte, e una non esclude le altre. 

Il punto di vista di Preciado è molto radicale: le categorie come eterosessuale e omosessuale sono soltanto costrutti teorici funzionali ad un dominio biopolitico, e non hanno alcuna dimensione naturale, non esistono in realtà. Omosessualità, eterosessualità, maschile e femminile sono modalità che abbiamo inventato per creare categorie e gerarchie tra gli umani, nonostante gli esseri viventi siano sempre troppo molteplici e complessi per poter essere ridotti ad una qualsiasi realtà binaria. Nei secoli questi costrutti teorici e culturali (funzionali al biopotere e al dominio di alcuni gruppi sociali su altri) sono stati reiterati così spesso e così efficacemente che ci siamo addirittura convintз di incarnare queste categorie, di essere veramente persone etero o omosessuali, donne e uomini. 


Preciado sottolinea perciò che la soluzione non può essere inventare nuove categorie, ma abbandonare completamente la pretesa di poter ridurre l’unicità di ogni individuo a schemi generali.


Questa prospettiva porta anche ad una critica all’attivismo delle associazioni e dei movimenti LGBTQ+ in quanto, nell’ottica di Preciado, non è possibile raggiungere l’uguaglianza lottando per i diritti delle identità considerate divergenti e la normalizzazione di chi è storicamente stato visto come fuori dalla norma.

Dato che il sistema è costruito sull’eteronormatività e il patriarcato coloniale, ogni conquista fatta al suo interno sarà in realtà soltanto una finta uguaglianza basata sul ricondurre ciò che è fuori dalla norma all’interno di essa (come accade nel caso del transgenderismo, che è accettato solo se ricalca la logica binaria attraverso il passing). Inoltre, anche se riuscissimo a far riconoscere nuove identità come legittime e degne di diritti, Preciado ritiene che sia proprio il concetto di identità così inteso a dover essere decostruito. Le identità, per come le intendiamo comunemente, sono viste dal filosofo come gabbie che, indipendentemente da quante sono, saranno sempre troppo rigide e prescrittive, mentre ciò che dovremmo fare è creare libertà, non nuove catene. 


Il punto quindi non è includere le identità divergenti nelle istituzioni, ma smantellare le istituzioni basate sull’eteronormatività e il patriarcato e crearne di nuove che si basino su diversi presupposti e abbiano al centro il tema della libertà individuale.


Come farlo? Con la controsessualità, che è un approccio filosofico-pratico che propone una nuova configurazione di desiderio e corpo con l’obiettivo di decostruire tutto e rifare tutto da capo all’insegna della libertà di essere ciò che ogni individuo intimamente è, amare ciò che si ama e godere di ciò che si gode senza che nulla di tutto questo venga strutturato in termini di categorie rigide. In questo senso, Preciado è molto chiarə nel dire che la forma più efficace di resistenza all’oppressione di cui facciamo esperienza non è la lotta contro le proibizioni ma la contro-produttività di nuove forme di sapere, di piacere e pratiche di libertà.

Con questo, Preciado non ci suggerisce di fare sempre quello che vogliamo, ma di rivendicare la libertà di essere ciò che siamo, di vivere il nostro corpo e il desiderio come autenticamente vogliamo e siamo al di là di ogni definizione e descrizione.




Immagine di copertina: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1e/2017-06-07_Documenta_14_Paul_B._Preciado_by_Olaf_Kosinsky-1.jpg