Una delle riflessioni centrali all’interno del panorama filosofico è, senza dubbio, la concezione della verità nella sua relazione con l’esperienza. Tale domanda, oggi, acquista un rilievo sempre più centrale, posta in relazione con il fenomeno della diffusione immediata delle notizie su diverse piattaforme informatiche e con la circolazione di forme sempre nuove di complottismo.
Quale sia, insomma, la verità e cosa, oggi, può essere considerato “vero”, sono solo alcune delle domande che riguardano l’intricata relazione tra verità, informazione ed esperienza del reale.
Il dibattito, che anima la filosofia dalle sue origini, solo con l’avvento di Internet e dell’informazione digitale ha assunto nuovi contorni, ponendo al centro la componente virtuale del fenomeno della verità e della rappresentazione, generando un interesse tutto nuovo per la questione.
Nel 2003 sul Washington Post compare un articolo di David J. Rothkopf (1): è in circolo una doppia epidemia – scrive – una virale di SARS, l’altra assai più grave e dalle implicazioni assai più grandi della malattia stessa. Da qui, il nome infodemic o “infodemia”, un’epidemia dell’informazione in cui a propagarsi, come un contagio virulento, sono notizie spesso parziali e faziose.
«What exactly do I mean by the “infodemic”? A few facts, mixed with fear, speculation and rumor, amplified and relayed swiftly worldwide by modern information technologies […]. Infodemics are emerging as one of the most virulent phenomena known to man, able to transit continents instantly.» (2)
Non una semplice fuga di notizie, che con l’avvento di Internet si diffondono in tempo reale in tutto il pianeta, bensì un fenomeno molto più complesso che vede la partecipazione di più attori.
Le notizie ufficiali balzano da un’agenzia all’altra, mescolandosi con opinioni, paure e pareri parziali, da qui poi vengono diffuse e riportate su siti internet e su canali personali e informali, generando un telefono senza fili in cui ogni nuova voce travisa e ribalta l’informazione.
Il risultato è un caos mediatico in cui la notizia, un malloppo irriconoscibile di verità e suggestione, si diffonde in maniera rapida, provocando panico e comportamenti irrazionali.
In quasi vent’anni dalla comparsa dell’articolo, con il moltiplicarsi di canali di informazione e con la comparsa di nuovi e particolari fenomeni, come il click bait (3), le bolle informative (4) e le camere d’eco (5), l’infodemia ha assunto proporzioni inimmaginabili. I confini tra informazione, interpretazione e propaganda si mescolano e ridefiniscono continuamente, generando a loro volta nuovi “fatti virtuali” che conservano la stessa consistenza dei “fatti reali”, tanto da porre in questione il concetto stesso di verità.
È il 2016, quando l’Oxford Dictionary decreta post-truth parola dell’anno, a testimonianza della centralità che la corrente della post-verità determina.
«Il solo sentimento che si può provare per un fatto di cui non si ha un’esperienza diretta è il sentimento che viene suscitato dall’immagine mentale di quel fatto. Ecco perché, finché non sappiamo quello che gli altri ritengono di sapere, non possiamo nemmeno capire davvero le loro azioni.» (6)
È sufficiente, per un evento, l’essere accaduto affinché esso sia vero, o il fatto che esso susciti una reazione a decretarne la veridicità? In altre parole, qual è il confine tra realtà e rappresentazione e come l’infodemia, oggi, ha reinterpretato questo confine?
(1) D.J. Rothkopf, When the Buzz Bites Back, Washington Post, 11 Maggio 2003, p. B01, http://www1.udel.edu/globalagenda/2004/student/readings/infodemic.html
«Cosa intendo esattamente con “infodemia”? Alcuni fatti, mescolati con paura, speculazione e voci, amplificati e diffusi rapidamente in tutto il mondo dalle moderne tecnologie di informazione […]. L’infodemia sta emergendo come uno dei fenomeni più virali conosciuti all’umanità, in grado di attraversare i continenti istantaneamente.» Trad. libera.
(2) Ibidem.
(3) Fenomeno in cui la notizia è riportata con un titolo “acchiappa click”, che travisa o ribalta il contenuto dell’informazione allo scopo di generare curiosità, interesse e diffusione dell’informazione stessa.
(4) Fenomeno riguardante la diffusione di informazioni sui social network in cui l’intelligenza artificiale o l’algoritmo seleziona e propone all’utente notizie, fatti e vicende affini agli interessi e ai gusti del fruitore.
(5) Fenomeno diffuso in rete in cui utenti che condividono stessi valori, pensieri e opinioni, dialogano tra loro allontanando, insultando e bloccando qualsiasi punto di vista diverso.
(6) W. Lippmann, L’opinione pubblica, Donzelli Editore, Roma, p. 42.
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