È il 1996 quando Sesso & Genere viene pubblicato per la prima volta: il testo viene commissionato a Maria Nadotti (1) dalla casa editrice Il Saggiatore che coglie la sfida (coraggiosa, a quell’altezza temporale in Italia) di pubblicare un manuale per comprendere le correlazioni tra sesso e genere che sia, allo stesso tempo, un saggio per riflettere sul carico di normatività e binarismo che questa distinzione trascina con sé (2). A marzo del 2022, a un quarto di secolo dalla prima edizione, Mimesis ha scelto di pubblicare nuovamente il testo ed offrirne una versione aggiornata. Nel frattempo, il discorso sulle questioni di genere si è sicuramente ampliato ed è riuscito, tra inveterate resistenze e miopi opposizioni, a diffondersi anche in Italia.
C’è da chiedersi, dunque, in cosa stia l’attualità e la pregnanza di Sesso & Genere oggi: cosa ha ancora da dirci questo testo e, soprattutto, quali immaginari apre?
Di fronte a una vasta bibliografia sul tema e a coscienze sempre più sollecitate ad abbracciare una pluralità di modi d’essere, che cosa rimane di tanto urgente di questa riflessione?
Nonostante il titolo e la copertina arcobaleno richiamino a immaginari abituali, il testo è tutto fuorché prevedibile e porta con sé qualcosa di non (abbastanza) detto. Nadotti ci invita infatti a interrogarci su una questione pungente: il moltiplicarsi delle possibilità (di genere, sessuali, relazionali) non rischia talvolta di riprodurre un nuovo automatismo stabile e pacificato? La conquista del “puoi essere chi vuoi” non corre il pericolo di situarsi nell’ordine del prevedibile e nell’impotenza di non riuscire a scardinare il sistema binario e identitario? Di fronte a questo possibile scenario, Sesso & Genere ci invita piuttosto ad imparare ad abitare la fluidità dalle fondamenta, incarnare l’imprevisto e situarsi nell’indefinito terzo polo: a praticare cioè una discreta “arte della fuga” come esercizio di sottrazione faticoso e allo stesso necessario.
«Disidentificarsi è un’arte discreta, sottile e impervia, più facile da teorizzare che da praticare [necessaria perché] ciò che conta è non è la destinazione o il destino, l’affermazione di una nuova identità (…) bensì il c.a.m.b.i.a.m.e.n.t.o, l’itineranza» (3)
Nadotti abbraccia la prospettiva di Preciado che ci invita a «uscire dal sogno collettivo di dire la verità sul sesso, così come si è usciti dall’idea che il Sole giri intorno alla Terra» (5) perché il pericolo che si corre è di trasgredire tutto per non cambiare niente e perdere così la libertà di autogovernarsi e di scombinare il predefinito.
«La posta in gioco è altissima: la libertà di essere allo stesso tempo sé e altro da sé (…) non mira a una semplice ridefinizione ed espansione dello spettro identitario, bensì a un suo radicale scompaginamento. Non si tratta di essere diversi e inclusi, primo passo verso l’integrazione e l’assimilazione, ma di mettere in crisi tanto il concetto di inclusione, che prevede sempre tanto un dentro e un fuori, quanto quello di diversità, che rimanda inevitabilmente a una norma» (6)
L’attualità di Sesso & Genere oggi sta, dunque, in questo: nel configurarsi come un libro che non si (ri)aggiunge semplicemente tra i molti disponibili oggi sulle questioni di genere, ma che ha la brusca onestà di scardinare, fin da subito, l’utilità tattica di separare i due termini (sesso da una parte come dato biologico, variamente interpretato, e genere dall’altra come costrutto sociale e politico essenzialmente binario). Nadotti ci pone di fronte al fatto che insistere sulla loro separazione, seppur da una prospettiva di correlazione e da un’ottica critica, rischia di tradursi in un accecamento: di contro, avremmo invece bisogno di ammettere finalmente che, forse, sono la stessa identica cosa.
Ripercorrendo le storie personali delle molte soggettività dissidenti che hanno attraversato la storia, scontrandosi violentemente con i saperi dominanti (medici, psicoanalitici, filosofici), Sesso & Genere si presenta in definitiva quale viaggio sorprendente tanto per chi naviga già da tempo nelle acque tumultuose delle questioni di genere, quanto per chi vi approda per la prima volta.
M. Nadotti, Sesso & Genere, Mimesis, Milano-Udine, 2022.
Grazie a Mimesis!
(1) Maria Nadotti (Torino, 1949) è giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice. Ha vissuto tra Stati Uniti, Palestina, Italia, Germania e Portogallo e oggi si occupa più che mai di teoria culturale, cinema, teatro e arti visive. In particolare, ha curato la diffusione e traduzione italiana del pensiero di bell hooks (Elogio del margine – Scrivere al buio; Il femminismo è per tuttx; Tutto sull’amore. Nuove visioni), che ha intervistato nel 1998 per la serie “Archivio della scrittura delle donne in Toscana dal 1861 ad oggi”. Il video di questa preziosa testimonianza si trova per intero online su youtube. Sempre su youtube si trova la bellissima conversazione tra Maria Nadotti e Paola Rudan organizzata da Libreria Antigone nel 2021.
(2) Il testo si dividein due parti: sebbene le due forme si intreccino, la prima parte è pensata più strettamente in senso manualistico (Un manuale per capire: sesso in genere), mentre la seconda in forma saggistica (Un saggio per riflettere: sesso & genere, addio). Si hanno dunque tutte le caratteristiche utili e didattiche di un vero e proprio manuale (tant’è che, in conclusione, vi si trova un glossario, una bibliografia e una filmografia) ma interconnesse con una riflessione di più ampio respiro critico.
(3) M. Nadotti, Sesso & Genere, Mimesis, Milano-Udine, 2022, pag. 12.
(5) P. B. Preciado, «Il coraggio di essere se stessi» in Un appartamento su Urano, Fandango, Roma, 2020, pag. 136.
(6) M. Nadotti, Sesso & Genere, pag. 18.
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