Il mondo sfavillante

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Il mondo sfavillante

Pubblicato per la prima volta nel 1668, Il mondo sfavillante, venne dato alle stampe insieme al trattato Osservazioni di filosofia sperimentale (1) e segnò la nascita della letteratura utopico-fantascientifica inglese di genere femminile e, senz’altro, di stampo protofemminista.

Margaret Cavendish, duchessa di Newcastle, scrive da anticonformista scagliandosi contro i modelli ideologici ed epistemologici di metà Seicento e lo fa narrando di un mondo utopico da lei immaginato, retto da una morale lontana dalla crudeltà antropocentrica e patriarcale dell’epoca.

«Pur non avendo il potere, il tempo o l’opportunità di conquistare il mondo come Alessandro e Cesare, visto che la Fortuna e i Fati non hanno voluto farmene dono, piuttosto che rinunciare a essere padrona di un mondo, ne ho creato uno di mia invenzione» (2)

Letterata, filosofa e scienziata tra le più mormorate del suo tempo, la sua riscoperta e la sua riabilitazione come una delle studiose più interessanti e acculturate del diciassettesimo secolo si devono alle studiose femministe degli ultimi decenni.


In questo testo ci traghetta al cospetto di una giovane donna che, rapita nella sua terra natia per mano di alcuni marinai, si troverà ad affrontare un naufragio attraverso i mari del Polo Nord, sbarcando poi, come unica sopravvissuta, in un mondo altro, parallelo al nostro.


E sarà in queste terre, fatte di isole, fiumi, ponti, pietre e metalli preziosi, che la protagonista da vittima di un ratto si troverà ad essere imperatrice del Mondo sfavillante.

Un mondo abitato da creature ibride – come uomini-orsi, uomini-volpi e uomini-uccello – le quali la ospiteranno con tutte le gentilezze del caso, la scorteranno tra le varie regioni e, infine, la venereranno come imperatrice

«Condotta la fanciulla dinanzi all’Imperatore, egli credé che fosse una dea e si offrì di adottarla: ma ella rifiutò, dicendogli […] che, sebbene venisse da un altro mondo, era soltanto una mortale. A quelle parole l’imperatore si rallegrò, la fece sua sposa e le diede potere assoluto di governare quel mondo come meglio credesse» (3)


Una storia di riscatto e potere femminile dentro un mondo tanto unitario, quanto assoluto, con una sola religione, un solo linguaggio e un solo governo, dove regnano la parità dei sessi, l’ordine, la pace e le speculazioni naturali.


All’interno del racconto certo non mancano le ambiguità e le contraddizioni tipiche di chi si cimenta con i grandi temi del suo tempo. Aristotele, Platone, Epicuro, Giordano Bruno, Luciano di Samostata, Tommaso Campanella, Hobbes, Shakespeare, Francis Bacon, Pitagora, Cartesio, Galilei, e William Harvey sono solo alcuni dei pensatori a cui fa riferimento nel romanzo e con i quali, per mezzo di infinite – e divertenti – discussioni filosofiche, l’imperatrice arriverà a conoscere il mondo sfavillante e i limiti del pensiero scientifico.

È proprio il nesso tra ricerca scientifica e immaginazione il motore della speculazione dell’autrice, perché da mezzi veritieri e affidabili gli strumenti scientifici mostreranno tutti i loro limiti svelando – ancora una volta – come l’osservazione del mondo non sia altro che una relazione soggettiva, nonostante l’ausilio di strumentazioni tecnologiche. Ed è così che l’immaginazione verrà da Cavendish riabilitata quale strumento di conoscenza per eccellenza, capace di aprire nuovi orizzonti e scardinare vecchi pregiudizi.


Il mondo sfavillante è un racconto tripartito dove romanzesco, filosofico e fantastico si alternano per creare una narrazione divertente che tenta di avvicinare il pubblico alle questioni filosofiche e scientifiche che Cavendish aveva già trattato nelle Osservazioni. 

«Tuttavia, poiché le signore per lo più non si appassionano di argomenti filosofici, ne ho estrapolati alcuni dalle Osservazioni proponendoli separatamente per omaggiarle con la presentazione di quelle fantasie a cui le mie riflessioni filosofiche hanno dato impulso» (4)

È chiaro che l’attenzione tutta rivolta al femminile ha la funzione di denunciare le disparità sociali e politiche nelle quali le donne si trovavano costrette. Tuttavia, ha certamente anche l’ambizione di risvegliare la curiosità delle sue contemporanee per la cultura e di spronare la loro immaginazione ad esplorare la regione dell’utopia al fine di creare nuove condizioni possibili.

Il racconto si presta alla lettura di chiunque voglia immergersi in nuove prospettive, tanto fantasiose quanto reali. Si spazierà dalle forme di governo alle fattezze dei minerali, si potranno conoscere le varie opinioni circa il ruolo della scienza e si parlerà con spiriti e ibridi a noi sconosciuti; ma soprattutto si potrà toccare con mano una fantasia intelligente capace di farci interrogare sulle possibilità che l’immaginazione ci riserva.

«Se per caso ci fossero lettori o lettrici a cui piacesse il mondo che ho creato e desiderassero divenire miei sudditi, possono ben immaginarsi tali, ed ecco che lo sono – voglio dire nella mente, nella fantasia o nell’immaginazione. Ma se non tollerano di essere sudditi, che creino dei mondi propri e li governino come gli pare. Stiano ben attenti, però, a non mostrarsi usurpatori iniqui e volermi privare del mio Mondo filosofico, del quale l’Imperatrice sono io» (5)


Margaret Cavendish, Il mondo sfavillante, VandA Edizioni, Milano, 2022.

Grazie a VandA Edizioni!




(1) Margaret Cavendish, Observation upon Experimental Philosophy, 1668

(2) Margaret Cavendish, Il mondo sfavillante, VandA Edizioni, Milano, 2022, p.138

(3) Ivi, p.150

(4) Ivi, p.137

(5) Ivi, p.279