Questa è, in un certo senso, una “recensione doppia”.
Il libro di cui parliamo, infatti, si presenta come un vero e proprio manuale di istruzioni per l’uso di un altro testo.
Il nostro compito è dunque provare a descriverli entrambi e spiegarne la relazione.
L’autrice del “manuale di istruzioni” è Milena Nicolini, regista teatrale e autrice di saggi e poesie.
Con le sue Istruzioni per l’uso ci fornisce una chiave d’accesso alla raccolta di poesie ninnananna talamimamma di Anna Maria Farabbi e allo stesso tempo ci offre un’occasione di riflessione sulla poesia in generale, sul suo significato e sul suo valore in rapporto alle nostre vite.
In che modo?
ninnananna talamimamma si compone di due parti: nella prima, ad ogni ora del giorno è dedicata una poesia, mentre nella seconda la scansione passa ad essere mese per mese. Nelle sue Istruzioni per l’uso, Milena Nicolini ci guida tra le poesie della prima parte commentandole una ad una, per lasciarci poi all’esplorazione autonoma della seconda parte.
Ma perché scrivere delle “istruzioni per l’uso” di un libro di poesie?
Nicolini ribalta la domanda all’inizio della sua opera e porta l’attenzione di chi legge su qual è l’approccio che di solito si adotta nei confronti della poesia.
A scuola ne facciamo la parafrasi, cioè una traduzione al linguaggio “normale”. «Spesso è così che l’arte è presentata e interpretata e vissuta. Bisogna ammettere che è un modo molto più facile per abbordarla» (1), ma anche molto riduttivo.
L’arte per sua natura è polisemantica, si apre a tantissimi significati.
La poesia, anche se chi la scrive si dà degli obiettivi, non è mai riducibile solo a quello che il poeta o la poeta avevano in mente. Nelle parole, nello stile e nei silenzi che in essa troviamo abbiamo la possibilità di aprirci a significati nuovi e sempre diversi ed è a questo tipo di lettura attenta e profonda che Nicolini ci guida.
Inoltre se non ci si accosta a una poesia dai tempi della scuola, e se quindi parole come enjambement, anafora, allegoria, ipallage, sinestesia, sineddoche e metonimia richiamano concetti ormai sbiaditi e confusi, le istruzioni per l’uso ci rinfrescano la memoria e ci riavvicinano al genere in modo più consapevole.
«Le mie intenzioni infatti sono, prima, di fare entrare dentro i meccanismi della poesia, di smontare l’orologio nelle sue varie rotelline, per poi rimontarlo, conoscendolo, nella maniera giusta» (2).
Addentriamoci di più nell’opera poetica in questione, allora.
ninnananna talamimamma significa “ninnananna alla mia mamma” nel dialetto perugino di Farabbi.
La poeta ci dice di avere ascoltato queste poesie dalla befana e di volerle tramandare.
«È lei (la befana) che nella preistoria ha creato le ninnananne insegnandole alle madri mentre raccoglievano semi, frutta, radici e tuberi, intanto che i maschi della tribù andavano a caccia. È lei che per prima gliele ha cantate, spiegando loro come usare la voce, la posizione del volto, le braccia per cullare e calmare il pianto dei piccoli. In ogni secolo ne crea nuove, più adatte. Io le ho ascoltate» (3).
Nicolini ci guida nell’interpretazione della befana come figura allegorica-simbolica, cioè che sta a indicare ogni donna libera da pregiudizi, abitudini comuni, compiti prefissati, preoccupazioni estetiche.
Sia le poesie di Farabbi che le istruzioni di Nicolini parlano del femminile dal di dentro, perché le parole vengono da «un cuore poeta femmina» (dice Farabbi nella Poesia dell’annuncio) e femmina è anche la sensibilità di Nicolini nel guidarci nella lettura e nell’interpretazione di queste ninnananne, intime e pensate per far addormentare i bambini, che in realtà sono poesie che dicono molto agli adulti.
«La poesia è politica perché vive nel rapporto tra le persone, parla di quello che esiste tra le persone o dentro le persone, perché ha il suo senso nel cercare di conoscere il mondo in più e diversamente da altre maniere e soprattutto sempre libera da condizionamenti, quindi naturalmente critica, eretica (…). La poesia è politica perché riguarda sempre la gente e la gente, infatti, non può farne a meno come il pane e la salute: c’è sempre stata, anche prima della parola» (4).
Leggere le Istruzioni per l’uso di Nicolini e ninnananna talamimamma di Farabbi contemporaneamente è un’esperienza interessante e arricchente, ci apre a un mondo di significati, a una prospettiva sull’esperienza femminile intima e di solito poco ascoltata, a una riflessione politica che può essere fatta in versi e ci può riavvicinare alla poesia nella sua attualità, avendone una comprensione più profonda.
Nicolini alla fine del suo libro, infatti, ci dà un ultimo suggerimento che vale la pena di ascoltare:
«Leggete la poesia in fretta, lentamente, più di una volta. In silenzio e a voce alta. Proibitevi la parola ‘capire’: non è un problema matematico da risolvere. All’inizio provate solo a sentire. (…) Però però, alla fine, quando avete finito l’autopsia della poesia, respirate a fondo, guardate cinque minuti fuori dalla finestra. Poi rileggetela a voce alta e, finalmente, lasciatevi andare liberi come cavalli pazzi alle emozioni che vengono spontanee» (5).
Grazie Al3viE e pièdimosca edizioni!
NOTE
- Milena Nicolini, Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma, Al3viE edizioni – pièdimosca edizioni, 2023, p. 7;
- Ivi. p. 24;
- Anna Maria Farabbi, ninnananna talamimamma, Kaba edizioni – pièdimosca edizioni, 2023, p. 7;
- Milena Nicolini, Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma, Al3viE edizioni – pièdimosca edizioni, 2023, p. 74;
- Ivi. pp. 89-90.
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