Storia dei cambiamenti climatici

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Cosa sono i cambiamenti climatici? 

Questa dicitura si riferisce alle mutazioni a lungo termine delle temperature e delle condizioni climatiche. Queste possono avvenire in maniera naturale o per via di cause artificiali.

In particolare, a partire dal secolo XIX, come conseguenza delle crescenti emissioni di CO2, i cambiamenti climatici sono incrementati proprio in seguito all’attività umana, che ha contribuito in maniera significativa al fenomeno del surriscaldamento globale, ossia ad un repentino e anomalo aumento delle temperature. 

Fagan e Durrani, studiosə espertə di cambiamenti climatici e archeologia, sono autorə del saggio Storia dei cambiamenti climatici (edito da il Saggiatore).

In quanto esponenti della comunità scientifica di riferimento, nel loro testo non lasciano dubbi su questo punto: l’umanità sta influendo in maniera significativa alle più recenti variazioni climatiche. Ne sono un sintomo lampante le diverse calamità naturali che si sono susseguite nel corso degli ultimi decenni: i devastanti incendi negli Stati Uniti nel 2020, l’aumento degli uragani, le temperature mai registrate prima e molti altri.

La domanda che sorge spontanea a questo punto è sempre la stessa: come possiamo invertire la rotta e fare fronte al momento che stiamo vivendo? 

Per Fagan e Durrani il primo passo da compiere è quello di guardarsi indietro cercando di comprendere come i nostri antenatə abbiano fatto fronte ai cambiamenti climatici.

È vero, la situazione di oggi è un po’ differente: nel passato l’umanità ha dovuto vivere mutamenti completamente naturali e non accelerati dalle nostre emissioni, ma ciò da cui possiamo e dovremmo prendere spunto è l’approccio che le diverse società hanno avuto nell’affrontare tali variazioni, anche particolarmente significative.

Per capire che tipo di misure sono state considerate in passato, è necessario, in primis, tracciare una vera e propria storia dei cambiamenti climatici, un’attività che fino a pochi anni fa sarebbe stata impossibile, ma che oggi Durrani e Fregan ci possono raccontare grazie ai grandi progressi compiuti dalla paleoclimatologia, la disciplina che studia il clima delle epoche passate. Grazie a tali progressi, all’interno del testo, viene tracciato un racconto delle variazioni climatiche con un focus sugli ultimi 30’000 anni, a partire cioè  dall’ultima era glaciale.

Cosa scopriamo? 

Dai popoli del passato abbiamo ereditato una serie di competenze fondamentali per far fronte alle avversità legate al clima: la capacità di pianificare, di adattarci e soprattutto di cooperare a livello internazionale, anche sorprendentemente in epoche piuttosto antiche, come nell’Alto Egitto, circa 2180 anni fa, quando la popolazione dovette affrontare una grande siccità dovuta all’abbassamento delle acque del fiume Nilo e il nomarca Ankhfti aveva provveduto al razionamento del cibo, al controllo dei confini e aveva adottato un sistema di misurazione del fiume, dimostrando una grande abilità nell’affrontare questo difficile momento.

Scopriamo anche che, nonostante la scarsa competenza scientifica in ambito climatico, le società antiche si tramandavano una propria conoscenza dei fenomeni atmosferici, basati spesso su una conoscenza locale di gruppi di piccole porzioni di società che, vivendo spesso in simbiosi con la natura, sapevano di essere, del tutto o in parte, in balia della stessa. L’arte dell’era glaciale, ad esempio, e in particolare quella rupestre, narra il rapporto complesso che le antiche società avevano con l’ambiente circostante e gli eventi naturali.

Ciò che percorriamo all’interno del testo è un vero e proprio viaggio che parte da un mondo fatto di ghiaccio (a causa della glaciazione di 30000 anni fa) e arriva fino al pianeta incandescente, la nostra Terra attuale, che vive un momento di surriscaldamento evidente.

«Siamo convinti che le forme di adattamento con cui gli uomini del passato hanno risposto alle variazioni climatiche di breve e lungo periodo possano offrirci spunti preziosi per affrontare il riscaldamento globale antropogenico, quello cioè che noi stessi abbiamo prodotto e che tanto ci preoccupa. Il motivo è semplice: possiamo imparare dal passato, possiamo osservare il modo in cui i nostri predecessori hanno risolto o non risolto i problemi generati dai cambiamenti climatici. Come disse nel 1980 l’astrofisico Carl Sagan, “bisogna conoscere il passato per capire il futuro”.» (1)

Le diversità climatiche che si susseguono sembrano quasi raccontare un viaggio tra pianeti e popolazioni lontanissimi, che vivono in condizioni totalmente distinte, ma non è così.

I protagonisti siamo sempre noi: gli esseri umani e il nostro rapporto con il pianeta Terra, il suo mutamento e il nostro tentativo di rincorrerlo. 

Storia dei cambiamenti climatici è un testo di cui, in questo momento più che mai, abbiamo bisogno: un tentativo di comprendere ciò che sta accadendo dal punto di vista climatico e come si stia evolvendo, concentrandoci sul comportamento dei nostri antenatə per ricordarci che, nonostante la difficile situazione, qualcosa può ancora essere cambiato.

Grazie Il Saggiatore!

B. Fagan, N. Durrani, Storia dei cambiamenti climatici, Il Saggiatore, Milano 2022.

(1) p. 12.