Bene e male sottosopra. Le rivoluzioni delle filosofe è un saggio di Annarosa Buttarelli, pubblicato da Edizioni Tlon, che affronta una questione cruciale e spesso ignorata nel panorama filosofico. L’autrice solleva un interrogativo che rappresenta il nucleo della sua ricerca: «Per quale ragione le pensatrici di tutti i tempi non sono state ascoltate, né dai filosofi accademici né dalla cultura di superficie, nonostante abbiano indagato bene e male con esiti sorprendenti e, se fossero stati recepiti, chiaramente risolutivi?». (1) Questa domanda tocca un tema che probabilmente è emerso più volte nel percorso accademico di molte studiose e ricercatrici.
Nel corso della storia, infatti, le filosofe sono state costantemente relegate nell’ombra di una società patriarcale e di un sapere costruito da e per gli uomini.
Buttarelli decide di affrontare questo tema analizzando alcune tra le più significative pensatrici della filosofia contemporanea e non solo. Le teorie di Simone Weil sul bene impossibile e il bene dei pensieri, il bene negli atti di Françoise Dolto, la lotta tra male incarnato e grazia provvidenziale nelle opere di Flannery O’Connor, fino alla celebre riflessione di Hannah Arendt sulla banalità del male, vengono tutte esaminate per dimostrarne l’originalità e la profondità.
Un’ulteriore questione che l’autrice evidenzia riguarda le traduzioni e i commenti alle opere di queste filosofe: spesso, secondo Buttarelli, tali interpretazioni non sono fedeli al pensiero originario delle autrici, distorcendo così il loro messaggio. In questo modo, esso rischia di essere nuovamente intrappolato in una cornice patriarcale che ne soffoca l’autenticità e la portata rivoluzionaria.
Il pensiero di Simone Weil può essere considerato il filo conduttore del saggio, poiché tutte le filosofe trattate, pur con approcci diversi, condividono l’idea che alla radice del problema del male vi sia l’incapacità di pensare in modo autentico e profondo. In un’epoca come la nostra, dominata dall’omologazione e dalla manipolazione delle coscienze, il richiamo di Weil alla necessità di un pensiero critico e indipendente è più che mai rilevante. Il bene quindi consiste nella capacità di pensare in modo originale e libero, al di fuori delle convenzioni e delle tradizioni imposte, contrastando così l’apatia che affligge la nostra società. (2)
Anche Hannah Arendt, nella sua riflessione morale, sostiene che il male continua a danneggiare la dignità umana proprio perché è scontato e convenzionale. È il risultato di un agire ordinario e comune che rimane invisibile alla maggior parte delle persone. Questa banalità del male erode gradualmente la capacità di pensare, privando gli individui di empatia e della consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni. Secondo Arendt, il non pensare, non sapere, non ricordare e non decidere autonomamente sono le basi su cui si fonda la capacità diffusa di compiere il male quotidiano, un male che, come allora, anche oggi fatichiamo a riconoscere, spesso celato dietro le sembianze di quella che si può considerare normalità. (3)
L’autrice conclude il saggio con una riflessione attuale sulla banalità del male, analizzando il fenomeno della violenza contro le donne. Il disprezzo verso il genere femminile, o misoginia, spesso si manifesta in modi così sottili da essere percepito come “normale”, anche da chi lo subisce, ed è perpetrato da persone vicine, come partner o familiari. Il femminicidio può essere interpretato come espressione massima di questa banalità del male: nonostante sia un odio profondamente radicato contro le donne, che si ripete costantemente, spesso rimane invisibile agli occhi di molti, che non riescono a riconoscerlo e, di conseguenza, a prevenirlo nella sua dimensione strutturale. (4)
Bene e male sottosopra è un saggio che invita a riscoprire e rivalutare la voce delle pensatrici nella storia della filosofia, dimostrando come il loro contributo possa offrire risposte nuove e illuminanti a domande etiche e morali che ancora oggi ci poniamo.
(1) A. Buttarelli, Bene e male sottosopra. Le rivoluzioni delle filosofe, Edizioni Tlon, Città di Castello (PG), 2023, p. 9.
(2) Cfr. ivi, pp. 17-18.
(3) Cfr. ivi, pp. 61-71.
(4) Cfr. ivi, pp. 101-102.
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