Femminismo e antispecismo in The Sexual Politics of Meat

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Esiste una relazione tra femminismo e antispecismo?

È questa la domanda centrale che guida Carol J. Adams nel suo libro The Sexual Politics of Meat: A Feminist-Vegetarian Critical Theory (1990), una riflessione sul profondo legame tra le oppressioni subite dalle donne e quelle inflitte agli animali non umani (1). Attraverso un’analisi che intreccia critica femminista e antispecista, Adams svela le comuni radici culturali che legano il patriarcato e lo sfruttamento animale. 

Adams mette in evidenza i punti in comune della lotta femminista, che denuncia l’oppressione delle donne, e dell’antispecismo, che mette, invece, in discussione la riduzione degli animali a esseri inferiori rispetto agli umani.

Una critica intersezionale delle dinamiche di potere, come quella presente nel libro in questione, abbraccia entrambe queste cause poiché la cultura patriarcale ha storicamente utilizzato la violenza sui corpi femminili e animali come simbolo di dominio e controllo. In questo contesto, l’uomo che consuma carne incarna il potere e l’autorità, esercitando il controllo anche sui corpi femminili, percepiti come inferiori.

Esiste, dunque, un legame culturale tra carne e virilità.

La carne diventa un simbolo di dominio maschile, mentre vegetarianismo o veganismo vengono stereotipati come femminili o deboli e questa associazione viene alimentata anche dalla pubblicità e dai media, rafforzando gli stereotipi di genere e creando una cultura in cui violenza e controllo non solo sono accettati, ma desiderabili. 

Adams spiega la dinamica dei rapporti di dominio attraverso il concetto di “referente assente”.

Nel consumo di carne, il corpo dell’animale ucciso è sistematicamente reso invisibile. Quando mangiamo carne, raramente pensiamo all’animale da cui essa proviene: l’animale diventa una vittima invisibile, un “referente assente”. Questa rimozione simbolica normalizza la violenza sugli animali e crea un parallelo con l’oggettificazione e sessualizzazione dei corpi femminili: anche le donne, come gli animali, vengono deumanizzate e ridotte a oggetti sessualizzati. Entrambi i gruppi sono ridotti a oggetti passivi, destinati al consumo, sessualizzati e presentati come prodotti appetibili, sessualmente o a tavola. 

L’analisi proposta da Adams porta a una riflessione fondamentale: non è utile chiedersi quali siano le vittime più o meno importanti ma la nostra attenzione deve ricadere sui colpevoli. Affermare che l’uomo perpetra violenza sia sugli animali che sul genere femminile non equivale a sminuire l’importanza delle vite umane rispetto a quelle animali, come alcunə sostengono. Piuttosto, evidenzia che l’equiparazione tra determinati atti di violenza serve a illuminare la psicologia e la cultura dei perpetratori.

È inutile stilare una classifica delle vittime più importanti e considerare la lotta femminista più urgente di quella antispecista. La questione cruciale è, invece, comprendere che nel perpetratore possono agire meccanismi analoghi indipendentemente dalle vittime.

La mancata difesa da parte della società di queste vittime – che siano donne, animali o altre categorie subalterne – legittima e perpetua la violenza.

Adottare uno stile di vita vegetariano o vegano rappresenta, quindi, un atto politico di resistenza contro le strutture patriarcali e speciste. Non consumare carne significa respingere la violenza, ma anche opporsi a una cultura che giustifica l’oppressione in tutte le sue forme.

Il vegetarianismo, in questa prospettiva, diventa un’estensione del femminismo: entrambi si pongono l’obiettivo di smantellare le gerarchie di potere che subordinano certi corpi ad altri.

A oltre trent’anni dalla sua pubblicazione, The Sexual Politics of Meat resta un testo fondamentale di riferimento per i movimenti femministi e antispecisti. Le intuizioni di Adams hanno ispirato lə attivistə a riflettere sull’intersezione delle oppressioni e a rifiutare la separazione tra diritti umani e diritti animali.

Carol J. Adams ci invita ancora oggi a ripensare il nostro ruolo nel mondo, promuovendo un cambiamento culturale che abbracci empatia e giustizia per tutti gli esseri viventi: The Sexual Politics of Meat è un appello a costruire una società libera da dinamiche di potere e violenza.

  1. Carol J. Adams, The Sexual Politics of Meat. A feminist-vegetarian critical theory, Bloomsbury Publishing, 2015. In traduzione italiana, Carne da macello. La politica sessuale della carne. Una teoria critica femminista vegetariana, VandA Edizioni, 2020.