Parte della filosofia che studia il concetto e la struttura dell’essere in generale, e non i fenomeni in cui si concretizza e specifica | nella filosofia analitica, riflessione sui problemi di esistenza a partire dal linguaggio; anche, l’insieme di entità che una teoria assume come esistenti

Def. Garzanti

 

ontologico/ontico Dal gr. tό ὄν «l’ente». Coppia di concetti risalenti alla filosofia greca: ontologico significa ciò che concerne gli aspetti essenziali dell’essere, ontico ciò che riguarda l’ente concreto, empirico. A conferire importanza e un significato particolare alla distinzione è stato, nel 20° sec., Heidegger, che, fin dal primo periodo della sua riflessione, in Essere e tempo (1927), ne ha fatto uno dei cardini del suo ripensamento della tradizione filosofica occidentale: questa, privilegiando il senso dell’essere come «presenza», cioè come tutto ciò che è stabile, visibile, dato, ha tematizzato gli enti concreti (l’ontico) a scapito di tutto ciò che, pur non essendo presente, concreto e visibile, è radicalmente diverso dagli enti (l’ontologico); e la stessa ricerca ontologica ha finito per essere condizionata dalla prevalenza dell’ontico, poiché ha pensato l’ontologico come «il più generale» e quindi come ciò che è più povero di determinazioni. 

Def. Treccani